sabato 26 settembre 2020

LA NOSTRA CALABRIA - REGGIO E LA SUA PROVINCIA - BELVEDERE DI GLAUCO & VERTIGINE (SCILLA) 25 SETTEMBRE 2020

Come mi capita spesso di salire in macchina senza una meta, ieri sono andato a finire sulla statale 18 ascoltando la mia musica (anni '60 e '70) e, come raccontano le favole, cammina che ti cammina, mi ritrovo sulla litoranea che porta a Cannitello e Scilla. I miei occhi, sebbene conosca a memoria tutti quei posti, scoglio dopo scoglio, si sono beati di tanta bellezza. E' vero Reggio e provincia sono belle; la nostra città, la più grande della Calabria, non occupa il baricentro geografico della regione, ma è la più bella (non è campanilismo) tra le cinque provincie; si deve dire, comunque, che fa parte di una regione che politicamente fa acqua da tutte le parti, come altre d'Italia che funzionano da bancomat per politici corrotti o ignoranti o insipienti. Ma non voglio dilungarmi su questioni politiche, voglio raccontare, con questi miei scatti fotografici, la bellezza di un sito dove Omero pose la sua immaginazione (si dice fosse cieco) e descrisse il passaggio di Ulisse nel suo peregrinare dopo la guerra di Troia. Siamo a Scilla, il paese delle sirene, dal mare azzurro cristallino e dalle pendici verdeggianti che scendono sino al mare come a voler dire : "eccoci, siamo alleati di queste acque, diamo belle uve per infondere, col relativo vino, il giusto inebriamento al figlio di Laerte, l'Odisseo Re d'Itaca. Non solo il vino, la pesca del pescespada è la vera rappresentante, la rinomata risorsa, di una rocca che gli antichi del posto chiamavano 'U SCIGGHIU, su cui, baldànte, svetta il castello dei Ruffo (famiglia di origine medioevale, padrona di molte città e paesi della Calabria). Non posso descrivere gli odori dell'origano, dei capperi sulle rocche che quasi toccano l'acqua marina, dell'uva matura di tanti vigneti e degli ultimi fiori che fanno capolino ad inizio di questo autunno 2020. Per la dolcezza e la bellezza di Scilla, lo faccio peccando di orgoglio, considero queste righe un madrigale rivolto a quelle genti scure in volto per il loro faticare da mattina a sera sulle barche e sulle spatare, e perché il mito di Marina Grande, Vertigine e Chianalea, non muoiano mai.

Salvatore Marrari  RC 26 settembre 2020