'U zzì Turi di Salvatore Marrari: marzo 2024

Da una canzone di Pino Daniele, Napule è, nasce l’idea di creare una spettacolo inimmaginabile. Nessuno si aspettava di vedere qualcosa di meraviglioso, ma le capacità di tutti hanno smentito i probabili dubbi. Da qualche anno nel cervello di Maria Ielo prendeva piede la visione di quanto appresso documentato, in scritto, in foto e video. Ne parlammo in casa e, presto detto, portammo al nostro gruppo animazione una serie di testi di canzoni napoletane che hanno fatto la storia, prevalentemente il classico che solo persone competenti riescono a capire. L’idea fu affinata e, Maria, io, Mariella Fonte, Pasqualina Scuncia, ci siamo dati da fare a stilare un brogliaccio provvisorio, “ricamandolo” sempre più, sino a trovare la via giusta. Lo scopo di questi spettacoli fatti in Accademia è coinvolgere il più possibile i soci di questo sodalizio e così abbiamo dato voce a una “ciurma” di femminucce e maschietti che, quanto a età, l’hanno non più tenera e non la nascondono certamente. Per la distribuzione delle parti abbiamo formato dei quadri di visione partendo dall’emigrazione di primo ‘900, dai marinai che attrezzano le reti nel loro porticciolo, dalla gente che mercanteggia, contrabbanda e baratta nei caratteristici vicoli della “città del sole”. Leonardo Carbone ha disegnato i fondali di scena con l’aiuto di Pietro Sismo; gli arredi, quali la pizzeria, il forno, il Bar Brigida, gli oggetti marinari, le bancarelle di merci varie, il tavolo con la maga, il cappello e gli abiti del banditore (o’ pazzariello), il cappello e l’abito con agli e corna dell’uomo che toglie il malocchio (o’ scaccia malasorte) e tutto quanto riguarda la vita napoletana, sono stati improntati da Maria Ielo, me medesimo, Mariella Fonte, Pasqualina Scuncia, Pietro Sismo, Antonio De Gregorio, Leonardo Carbone, Elena Romeo. C’è stato anche l’aiuto di persone esterne al gruppo che, per dovere, devo nominare ringraziandole : Flavia Sismo, Pietro Scopelliti, Glauco Turano, Franco Ambrogio, Agata Scopelliti e Mario Laface. Prove, controprove, passano i giorni e i mesi, tre per l’esattezza, si istruiscono gli attori, corrono i litigi, tutto deve andare alla perfezione, le registe, Maria, Mariella e Pasqualina danno addosso ai piccoli ribelli che vorrebbero fare a modo loro. Tutte cose che naturalmente, nell’organizzare, accadono anche nelle buone e ottime famiglie. L’impegno è massimo, ogni canzone deve essere sceneggiata e interpretata nel miglior modo possibile; si deve dare alla platea una visione tale che il pubblico che la forma deve essere trasportato col pensiero in quegli ambienti di scena.Alla fine, giunti al pomeriggio del 16 marzo 2024, l’emozione e tantissima, si parte : “Attenzion - suono di tamburo – Popolazion – suono di tamburo – è ascite pazze l’animazion”. ‘O pazzeriello si da da fare sino al palco, si annuncia il programma della serata e via…è fatta, un grande successo, il pubblico è in visibilio dopo aver cantato con noi per circa due ore, la felicità e immensa e le congratulazioni si perdono nell’etere e riceviamo tanti inviti di replica anche in locali della città…chissà, forse potremmo farcela. Siamo tutti felici, come se avessimo un cuscinetto di aria sotto i piedi, il corpo vola a incontrare sorrisi e strette di mano. Sicuramente non dimenticheremo mai questi momenti meravigliosi grazie a (scrivo i nomi così come vengono fuori) : Pietro Sismo, Maria Ielo, Leonardo Carbone, Pasqualina Scuncia, Mariella Fonte, Nino Foti, Antonio Ielo, Antonio De Gregorio, Carmine Mottola, Gabriela Vidroi, Filippo Romeo, Cecilia Luzio, Vittoria Valastro, Tina Mandaglio, Giuseppe Dieni, Dario Dieni, Pina Mangano, Desiree Cannizzaro, Marina Amedeo, Arcangela Procopio, Rita Maglione, Enzo Schiavone, Pasquale Borruto, Milena Candeloro, Tina Calabrò e Antonia Rigo. Un ringraziamento particolare va alla nostra presidente Silvana Velonà che tanto tiene all’Accademia da lei fondata assieme ad altri soci cofondatori. I fotogrammi di questo album sono stati estrapolati dal sottoscritto dal filmato che ha realizzato Ezio Marrari, mio figlio.