LE GROTTE DI TREMUSA
La via Consolare Popilia,partendo da Capua e proveniendo da Vibo Valentia, passava per Taurianova e proseguiva per Seminara, nei pressi dei Piani della Corona. Da Solano scendeva per guardare la fiumara di Favazzina presso il passo Tremusa indi risaliva verso le omonime grotte raggiungendo la "Statio ad Mallias". Quì ripiegava verso lo stretto territorio di Fiumara, senza congiungere Scilla.
Raggiunto Campo-Santa Lucia si divideva in tre braccia : uno verso l'imbarco di Cannitello (ad columna) , il secondo verso l'imbarco di Catona(ad statuam) , il terzo attraversava a fiumara di Telese (torrente Catona) nei pressi di Santo Cono di Rosalì e giungeva al nodo di Modenella dove si diramava in altre tre direzioni : una dirigeva a Reggio Calabria , la seconda verso la fortezza di Arghillà , infine, la terza verso Calanna. Per duemila anni fu l'unica via di comunicazione possibile. Col tempo e senza manutenzione diventò impraticabile per buona parte dell'anno, contribuendo così a quell'isolamento cui fu costretta la Calabria per molti secoli e protrattosi fino all'arrivo dei francesi del Murat, nel 1805.
L'ingresso delle grotte si presenta a forma di emiciclo, con una serie di imbocchi tra loro ravvicinati che permettono di accedere ai settori ipogei più interni. Tali ingressi si originano alla base di una parete rocciosa alta mediamente 6 metri, in parte semi nascosti da una rigogliosa vegetazione che pende dall'alto.
La cavità è stata esplorata compiutamente per la prima volta da speleologi del Gruppo Speleologico Bolognese del CAI e dell'Unione Speleologica Bolognese nel 1984 ( Garberi, Belvederi 1984 ). In seguito sono stati molti coloro che si sono avvicendati nella visita della grotta, sebbene sempre per semplice curiosità più che per reale interesse scientifico. La grotta è formata da due ambienti a sé stanti, posti l'uno a sinistra del citato emiciclo (vano di sinistra) e l'altro a destra (vano di destra).
La presenza di colonnati è una peculiarità che connota la grotta nella sua interezza.Essi infatti, presenti ovunque anche nei settori più profondi della cavità, rendono il percorso interno simile ad un vero e proprio labirinto. Nel vano di sinistra l'ambiente iniziale permette di avanzare, in un primo momento, in posizione eretta. Nel vano di destra, al contrario, l'andamento viene condizionato sin da subito dalla ristrettezza degli ambienti.
Questi colonnati mostrano, nella loro matrice, la presenza di numerosi fossili di Pecten, evidenti anche e soprattutto sulla volta. Tali conchiglie appaiono talvolta isolate, ma più spesso si palesano sotto forma di accumuli caoticamente disposti. Allorché la grotta si è formata, l'azione erosiva ha risparmiato zone rocciose più tenaci, all'origine degli attuali colonnati. Questi ultimi, successivamente e a causa del forte stillicidio tuttora presente, si sono parzialmente rivestiti di colate calcitiche e, insieme a gruppi stalagmitici quà e là sparsi al suolo, hanno dato origine al caratteristico ed attuale aspetto della cavità.