Come molti di noi già sanno, la Pasqua è una solenne commemorazione annuale della nostra liberazione dalla schiavitù del peccato mediante il supremo sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo. Anche quest’anno, quindi, siamo stati convocati spiritualmente (i cristiani credenti) in santa adunanza. Ma, generalmente, v'è una distinzione tra " Pasqua " e " Festa della Pasqua" la differenza è presto detta : la Pasqua di per sé non è una festa, ma la commemorazione del sommo sacrificio di Gesù Cristo; è seguita a ruota dalla cosidetta "Festa dei Pani Azzimi", che è pure chiamata «festa della Pasqua» perché celebra il risultato del sacrificio pasquale : la salvezza dell'umanità attraverso il sacrificio del Messia, figlio di Dio
Anticamente, infatti, durante la Festa degli Azzimi, il lievito simboleggiava la liberazione d’Israele dalla schiavitù fisica, dopo che i figli d’israele avevano osservato la Pasqua, accettando di cospargere del sangue di un agnello, senza difetto, sugli stipiti delle loro porte di casa. La "settimana dei Pani Azzimi" fu chiamata anche "festa della Pasqua" a seguito della liberazione che Dio, l'Eterno, aveva operato nel Suo popolo mediante il sacrificio di sangue; al sacrificio e grido di dolore, segue la festa di liberazione.
Ma, dopo questo preambolo, parliano, un pò, della Pasqua che si usa fare nella nostra Italia, nazione " Cristiana " per eccellenza o pseudo tale. Proprio ieri sera un popolo intero, romani e non, magari cattolici venuti da ogni parte della terra abitata, ha partecipato alla Via Crucis organizzata dal Papa e dai suoi "collaboratori" nella zona del Colosseo e nel suo interno, luogo ove una " quantità di Cesari imperatori ", quasi duemila anni orsono sacrificarono i primi veri cristiani, convertiti con le predicazioni di Paolo Apostolo colà prigioniero per essere giudicato come fervente cristiano e proveniente, pellegrino, dopo aver toccato altri porti, anche da Reggio Calabria. Dunque la principale commemorazione, quella di Roma intendo è stata effettuala, come daltronde ogni anno avviene, dalla chiesa cattolica con sfoggio di eleganti porporati inanellati e inghirlandati con oro e argento che lo stesso Papa indossa mentre predica umiltà ad un popolo che, attualmente, soffre ed è tartassato, a cui manca il primo necessario : il cibo. " Questo è il mio pane mangiatene tutti...questo è il calice del mio sangue bevetene tutti...fate questo in memoria di me" - sono queste le parole che accompagnano l'ultima cena di Gesù, la Comunione, per i cattolici, e la Santa Cena, per gli evangelici protestanti. Vi domanderete...dove stà la differenza ? La ricchezza è una delle differenze. L'asse gerarchico cattolico vive nell'opulenza, ha un proprio Stato Vaticano, è radicato sul territorio di altri stati, ha una propria banca, lo IOR, sorpreso spesso in dubbie vicende, tra i suoi sacerdoti alcuni brutalizzano bambini, non pagano le tasse sui territori in cui operano e "predicano" l'amore di Cristo e di tantissime Madonne anche ai popoli affamati del terzo mondo col sistema di farsi invitare da quegli Stati per non accollarsi le spese di viaggio e di preparazione all'avvenimento. Nelle chiese evangeliche protestanti tutto ciò non avviene, non hanno soldi per sostenere le spese pastoriali e le spese di gestione delle proprie chiese( le comunità dei frequentanti pagano di tasca propria le conduzione dei locali di culto e le relative spese pastorali), predicano solo Cristo e il suo Evangelo o Buona Notizia, all'interno delle loro mura comunitarie non hanno immagini, ne statue, ne quadri pregiati perchè proibiti da un comandamento che i cattolici nascondono, le commemorazioni pasquali vengono fatte in maniera soft all'interno dei locali di culto ( vi sarete accorti che nel mondo evangelico si parla di locale di culto e non di chiesa. Con parola chiesa s'intende la comunità dei credenti :" Dove due o più persone sono assieme riunite, ivi io, Gesù, sarò là con loro" ).
Ma lo scopo di quest'articolo non è quello di valorizzare questa o quella comunità di credenti,viene, da me, steso per fare il raffronto tra manifestazioni pasquali diverse nel modo di approcciarsi ad un popolo desideroso di tradizioni di fede. Mi riferisco a quanto fatto dai "Mattanza", Mimmo Martino e la sua Band, giorno 4 aprile ultimo scorso nei locali della chiesa Degli Ottimati in Reggio Calabria. Voglio dire che il suo spettacolo, se tale si può definire, è stato, a mio modo di vedere, una grande evangelizzazione di massa senza smanceria alcuna, senza la presenza, alla stessa, di grandi sacerdoti e vescovi taumaturghi che imponessero le mani sopra la testa di schiavi attenti a recitare la parte di credenti. C'è un passo nella Bibbia, nuovo testamento, lettera agli Ebrei, che afferma che l'unico sommo sacerdote è Cristo Gesù e, chiunque lo predichi attraverso il suo Evangelo (La Buona Notizia), è, a sua volta, sacerdote. Ritengo che Mimmo e tutto il gruppo, abbiano predicato in maniera informale e con animo puro. Hanno fatto risaltare delle verità come fa uno scultore a far emergere le vene dal corpo di una statua, esattamente come Michelangelo nel fare il suo Mosé, tanto che, si dice, per cotanta perfezione, diede una martellata, ancora evidente, sul ginocchio del corpo perfetto da lui creato e si espresse così dicendo : " perché non parli ? ". Mimmo, Marika e tutti gli altri musici provetti ci hanno parlato, ci hanno dato un messaggio meraviglioso : un Cristo garzone di bottega e una Maria povera contadina, appartenenti al mondo di un proletariato soccombente davanti allo strapotere e all'odio dei ricchi. Ci hanno riempito lo spirito col loro messaggio di umanità, con la ricchezza espressiva di chi ama e tende a far esaltare l'amore, che sia per il figlio, che sia per la madre, che sia per i fratelli, che sia per chiunque e per chiunque sia il nostro prossimo.
Desidero far conoscere il cap.13 della Prima lettera ai Corinzi di Paolo Apostolo, ma solo per indicare quale sia il valore dell'amore che ci hanno dato :
" Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. L'amore è paziente, è benevolo, l'amore non invidia, l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità. Soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza verrà abolita poiché noi conosciamo in parte e in parte profetizziamo, ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino, ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in parte, ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.
Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore, ma...la più grande di esse è l'amore ".
Questa, dunque, è la differenza che prende la distanza dalla manifestazione papale della Via Crucis romana, sotto i fari della mondovisione che segue nelle 14 stazioni una lettrice speciale, Barbara De Rossi, ch'è impegnata a sponsorizzare se stessa come attrice e fare del gossip ad una chiesa ricca e opulenta, intenta, sapientemente, a sfoggiare una facciata che, per nulla, convince persone intelligenti e sottomette con questi atti fantastici individui che desiderano ottenere largo strofinio con un potere che da millenni strozza la libertà individuale e collettiva emarginando la donna e persone sessualmente diverse.
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