Questo blog nasce perché m'è venuta voglia di scrivere,lo faccio nel rispetto delle leggi e dei regolamenti che mi sono stati prospettati.Non ho alcuna ambizione perché non sono nessuno anzi,in termini pirandelliani, mi definisco : UNO, NESSUNO, CENTOMILA .
domenica 6 gennaio 2013
UN BALCONE SULLO STRETTO DI REGGIO E MESSINA
Quando soffiano i venti del cambiamento, qualcuno costruisce muri...altri costruiscono mulini a vento. Questa frase si pone come abito per la nostra cara città che soffre per chi non le ha voluto bene e insiste per distruggerla ulteriormente aspirando ad un futuro che lascerà molto a desiderare per i segni tangibili negativi di cittadini avvezzi alla sopportazione ed all'eterno sperare.
Nel 1977 Pierangelo Bertoli cantava : " Eppure il vento soffia ancora spruzza l'acqua alle navi sulla prora ..." Questo e` quello che ho pensato anch’io durante la mia passeggiata sul lungomare di Reggio Calabria, erano le ore 10.00 del 6 gennaio 2013, il maestrale soffiava da nonrd-Ovest e picchiava sul viso come l'ala gelida del gabbiano vorace...si come l'ala gelida delle nefandezze umane, ma almeno il sole illuminava la scena e la faceva da padrone, Reggio è pur sempre nel sole...così il Buon Dio ha voluto.
Il mondo va a rotoli, la vita è difficile, i problemi sono tanti, ma per fortuna la natura non è ancora morta: ci sono ancora situazioni in cui se ne può assaporare in pieno la sua enorme bellezza ! Una di queste situazioni è il nostro stretto tra Reggio e Messina dal balcone che poggia sulle acque che furono di Ulisse, delle ninfe, delle sirene a cui Glaudo dedicò il suo interesse e la sua attenzione cantando di Scilla e Cariddi.
Mare, sole, luna, stelle e vento, e nient’altro...e la bellissima compagnia di persone che amano il mare e la natura, e ad uno skipper che sembra regnare sul mondo e rende possibile il miracolo, quello skipper son'io medesimo nel sogno marino di tempi trascorsi cantati dai nostri poeti reggini che misero verso su verso perché si esaltasse la città, il suo mare, la Fata Morgana.
Tutto sparisce: traffico, inquinamento, rumori, orari, vestiti, condizioni sociali e, con loro, i problemi, le difficoltà. Rimane solo la natura per pochi abitanti privilegiati, i quali sopravvivono in un mondo fantastico fatto solo di purezza. Allora è possibile vivere emozioni di questo tipo ! I sogni si possono avverare ! La natura non e` morta, ci sono ancora luoghi in cui regna incontaminata, e in questi luoghi qualcuno può ancora entrare, grazie a una barca a vela e ad un " fantasioso skipper ", un nocchiero inventato. Furono i sogni di Matteo Paviglianiti (RC 1/5/1874 - RC 11/11/1956), poeta dialettale che amò la sua città e il suo mare, testimoni ne sono i versi quì di seguito :
’A MARINA ’I RRIGGIU (da LACRIMI poemetto del 1933)
Viniti, furisteri, pi’ virìri/
chista marina ch’è ’na cosa rrara,/
quando ’a virìti ’u cori vi…surrìri/
e ’a vostra vita non’è tant’amara/
Si la virìti, poi, nta la matina/
franchi e sicuri siti ’i mericina/
e sazzi vi sintiti ’na simana/
Si nna’ virìti, certu, non crirìti:/
esti ’nu pararisu…addirittura;/
quando viniti…poi mi lu ricìti/
chi non’è cosa chi mmi si trascura/
Sprindenti su’ li prati e ’nu prufumu/
si senti nta lu cori e…ti sulleva,/
a undi, a undi si jaza comu fumu/
e sutta di li peri faci leva./
Nta tuttu ’u mundu non c’è ’sta marina,/
è la marina ra’ Fata Murgana/
e, pa’ billizza sua ch’è tantu fina,/
a sira, ’i ggenti vannu a ccaruvana/
Salvatore Marrari
RC li 6 gennaio 2013
Etichette:
Conoscere Reggio Calabria
Ubicazione:
Reggio RC, Italia
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