'A NONNA SPETTA 'A CICOGNA
Quante cose si nascondono sotto questo titolo...la può aspettare, come nonna Abelarda, col fucile in mano...la può attendere sopra la canna fumaria del camino perché nidifichi e faccia i cicognini...oppure, allegoricamente, ha desiderio di fare famiglia lei medesima con la nascita di un erede...ma, le cose stanno in maniera non proprio diverse.
Intanto è il titolo di una commedia brillante recitata in maniera splendida dai nostri amici "ATTORI PER CASO", che, ancora una volta, non si smentiscono in qualità e "performance art" con cui danno al pubblico allegria e ilarità. In questo mondo la vera arte si rivela nella semplicità, lo dico sempre a miei interlocutori, e nella improvvisazione; è vero che serve il copione perché ognuno degli attori studi bene la propria parte, ma l'interpretazione e, spesso, l'estemporaneità (qui sta la bravura) sono proprie e, con l'aiuto di un bravo regista, il problema è risolto. Quante volte in TV osserviamo le "maialate" di attori o pseudo tali che per anni hanno fatto corsi di scuola di recitazione senza che abbiano dato niente al pubblico distratto da più "maialate", mi si passi la ripetizione del termine, in tanti altri canali diversi. Lo stesso valga per i grandi teatri dove compagnie con nomi eccellenti esprimono solo porcate (questa volta ho cambiato il termine, ma il significato è lo stesso) e nulla di buono hanno in confronto ad una piccola compagnia di rione o di oratorio, senza mezzi ne grandi attrezzature e che adottano la grande arte dell'arrangiarsi e il cachet, spesso, non basta al rimborso spese o viene dato in natura (c'un pani e ddu ruppa i satizzu). Diceva mio nonno : "nta vita nci voli facci tosta", non aveva torto se consideriamo il modo di fare, odierno, in cui la falsità e la recitazione abbondano. Sul palco scenico serve appunto "a facci tosta", il sapersi muovere con una mimica intrinseca alla scena e al dialogo che si stanno espletando.
Tutto questo preambolo è un atto dovuto ai miei amici, "ATTORI PER CASO", con cui mi onoro di considerarli tali; essi sono tutto ciò che ho descritto, bravura, merito, recitazione, improvvisazione, mimica, regia, organizzazione...affiatamento.
Questa ultima loro commedia brillante, in vero vernacolo reggino, rappresenta il classico "rrigghiocculu", il piccolo e racchiuso rione, dove si sentono finanche i respiri dei vicini e dove le famiglie, povere in canna, cercano di far vedere ciò che non è, intrecciando trame astruse e comportamenti fuori da ogni ragionevole canone, ma che per loro, quell'inventare i grandi agi, sono il nettare della vita a dispetto di chi, dall'altra parte, si dibatte in altre invenzioni uguali e contrarie.
Questa volta, è il 4 agosto 2015, i nostri attori son saliti sul palco della piazzetta della chiesa del Riparo in Reggio Calabria davanti ad un pubblico semplice e addomesticato alle cose reali della vita, senza grilli per la testa, e che apprezza il "lezzo" della salsiccia arrostita alla brace, diverso dal quel pubblico dei teatri di fama, profumato e inghirlandato in abiti da sera che esprime in quegli ambienti solo una grande "fiera della vanità"...GLI ATTORI, LE TRAME, GLI AUTORI, LE SCENE...NON CONTANO NULLA.
Salvatore Marrari RC 4 agosto 2015
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