E' andato in scena all'Accademia Del tempo Libero
Di Reggio Calabria lo spettacolo "1861 La brutale verità" che - dopo
la morte di Mimmo Martino (leader dei Mattanza al quale era affidata la parte
musicale), inevitabilmente, ha dovuto prendere una nuova veste riscritta
dall'autore Michele Carilli che ne ha curato anche la regia. I componenti del
gruppo, Marinella Rodà (voce e percussioni), Alessandro Calcaramo (chitarra e
bouzuki), Mario Lo Cascio (chitarra classica e percussioni) e Gabriele Profazio
(attore recitante) hanno dato il meglio per la riuscita dello spettacolo
storico-musicale. All'interno del copione sono state inserite nuove canzoni tra
le quali "Angelina", scritta da Michele Carilli, con le musiche di
Rosario Canale e la voce dolce di Marinella Rodà. Il testo racconta di una
bambina, Angelina Romano, nascosta e piangente in un casolare, tra i ruderi
lasciati dai bersaglieri che, dopo averle ucciso i genitori e i vicini di casa,
attratti dai lamenti della fanciulla che era sfuggita al massacro, tornano sui
loro passi e provvedono a fucilare anch'essa perché non restasse traccia di chi
si era ribellato all'occupazione dei Savoia e considerati ignobili, sporchi e
ignoranti briganti, era il 3 gennaio 1862.
Lo spettacolo è tratto dall'omonimo libro
pubblicato qualche anno fa proprio da Michele Carilli ( Aracne Editrice),
un'opera che ha voluto accendere una luce sul lato oscuro dell'Unità d'Italia e
sul fenomeno del brigantaggio. Son trascorsi più di 150 anni da quando nasceva
il regno d’Italia, ma l’unità vera, quella fatta di culture e storie condivise,
è ancora tutta da scoprire. La storiografia “ufficiale” ha, purtroppo,
occultato per troppo tempo le reali dimensioni e le motivazioni sociali delle
insorgenze meridionali. Questo brigantaggio meridionale assume oggi la più
importante fisionomia di un movimento di resistenza sociale al modello
autoritario sabaudo. Tali vicende non mettono certo in discussione il
fondamentale valore dell’Unità Nazionale, i padri della patria, però, vanno
giudicati anche sui piedistalli dove la retorica risorgimentale li ha
collocati. Quella tra piemontesi e briganti è stata una guerra civile
raccontata poi solo dai vincitori e così il brigantaggio post unitario è
divenuto una tragedia senza narrazione, una storia che andava dimenticata .
Dunque questo spettacolo del primo aprile ultimo
scorso, ha ricalcato la forma del teatro di prosa, poesia, musica e canto, con
la parte recitativa affidata all’attore Gabriele Profazio, giovane emergente
artista reggino che farà strada posizionandosi tra i più bravi attori che la
nuova piazza sta offrendo; la parte musicale riservata a Marinella Rodà,
Alessandro Calcaramo e Mario Lo Cascio è stata eseguita in maniera perfetta,
considerando che, ogni volta che si esibiscono bisogna, uso una brutta parola,
"sostituire" nella parte Mimmo Martino, il cui spirito aleggia sempre
in qualsiasi teatro, sicuramente pieno in ogni ordine di posto, per onorare il
ricordo dell'artista scomparso. Per questo che regia, scene, attori e musici
hanno voluto, al termine, sempre ricordare che il sodalizio CARMA, espressamente
significa CARILLI-MARTINO. Insieme hanno fatto conoscere parte delle storie e
delle vittime di tale processo unitario; storie riemerse dalla nebbiosa
memoria, ma vive sul palcoscenico, per i racconti di Gabriele Profazio.
Alla chiusura del sipario (si fa per dire), il
pubblico, nel pieno della commozione, si è attardato per complimentarsi con gli
artisti con i quali ha commentato i fatti e le loro più che splendide bravure.
Hanno introdotto la serata la dott.ssa Silvana Velonà presidente dell'Accademia,
il dott Eduardo Lamberti Castronuovo, l'ing. Domenico Iannantuoni e,
naturalmente, l'autore e regista Michele Carilli.
Salvatore Marrari RC
1 aprile 2017
Nessun commento:
Posta un commento