giovedì 21 gennaio 2016

IL MIRACOLO SI RIPETE...IL SOLE SE NE VA, MA DOMANI TORNA

Come il mago tira i conigli dal cappello, io, all'occasione, tiro fuori la mia macchina fotografica...e così, passeggiando al tramonto con Maria, sul lungomare di Reggio Calabria non ho potuto fare a meno di alzare l'obiettivo e puntare sul sole che si nascondeva accanto all'Etna. Che spettacolo, erano le 17:10 di oggi 21 gennaio 2016. Qualcuno si domanderà che per fare foto sono sempre in giro. Mi sembra naturale, non si può certo fotografare col pensiero e certamente queste immagini faranno lavorare le menti dei reggini che vivono fuori città e cosi potranno memorizzarle nei loro pensieri. Si, è vero, ma con questo mare e un simile sole non si può certo star dentro ad ammuffire; provare per credere...respirare la brezza che arriva in questa meravigliosa balconata dalle acque sottostanti del nostro stretto su cui si rispecchia Messina. Non siamo alle Baleari, quelle le lasciamo agli altri; noi ci teniamo saldi a queste ringhiere che sembrano arroventate e par che stiano per fondere. 
IO MEDITO...E VOI  ?

REGGIO SEI TU

Nel mare nostro, di fronte a Messina,
una gran luce è spuntata sopra il cielo,
e il sole, ch’era all’alba stamattina,
pian piano saltava il parallelo.

Messo in un angolo, la, alla sorgente,
io guardavo questo spazio sopra il mare…
e il cuore s’abbracciava con la mente,
spirito e corpo, tremanti, a rimirare

la luce regalata dal Signore,
la voce che ci segna la Presenza,
la musica di esperto Accordatore,
paradiso e grazia di quest’Onnipotenza.

Reggio, pregiato angolo del mondo,
la mano che ti fece è sopraffina,
giardino di fiori assai fecondo,
regina dell'acque di questa mia marina.

Il greco ti ha cantato “madre di Scilla”;
quando è passato il figlio di Laerte,
in quest’acque posò la sua pupilla
e ti mise a parte delle sue scoperte.

Reggio, bella principessa sei del mare,
sei la padrona della fata Morgana,
che di mattina vuoleti abbracciare
per farti sua prescelta cortigiana.

Se giro gli occhi verso la montagna,
mi sembra di veder un’altra fata :
Artémide, a caccia, li nella campagna,
una rosa che di rose è adornata.

Pallantiòn era il tuo porto calcidese,
e l’arte non mancava nelle strade,
la storia di Anassila ed Ibico ti fece
al tempo d’Atena, dea della Pallàde.

Non scrivo più di ‘sta gloria calabrese,
sarei, altrimenti, un gancio partigiano,
ma ti saluto con le braccia tese…
Chi ti disprezza, Reggio, è nato nano.


Salvatore Marrari  RC 21 gennaio 2016
































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