Il 17 febbraio le comunità valdesi ricordano le cosiddette "Lettere patenti" con le quali, nel 1848, il re Carlo Alberto riconobbe i diritti civili alla popolazione valdese delle Valli del Pinerolese, in Piemonte. «Non si trattava ancora di libertà religiosa - ha precisato oggi ai microfoni di crc-circuito radio cristiane lo storico Giorgio Tourn - ma era un primo passo per far uscire la minoranza evangelica dalla ghettizzazione di fatto nelle cosiddette Valli valdesi: finalmente i valdesi poterono, per esempio, frequentare l'università e acquistare terreni anche fuori dalle valli Germanasca, Chisone, Pellice». Da anni la festa viene celebrata all'interno della "Settimana della libertà" con un culto solenne, incontri comunitari, dibattiti e spettacoli; particolarmente suggestivo, la sera del 16 febbraio, l'accensione dei "falò di gioia", che nel 1848 furono un mezzo di comunicazione per segnalare di villaggio in villaggio l'ottenimento della sospirata concessione.
In questa occasione, i fratelli di ogni chiesa cristiana evangelica valdese, sparse per il mondo, cantano un particolare inno : IL GIURO DI SIBAUD .
Sibaud è una borgata dell'alta Val Pellice, dove i 900 valdesi tornati dall'esilio in Svizzera con una lunga marcia fra i monti, giurarono fedeltà anzitutto a Dio, poi reciproca ubbidienza e lealtà fra soldati e ufficiali. Il testo è forse un po' enfatico, la musica senz'altro romanticamente espressiva. L'inno è assai caro a tutti i valdesi che lo cantano, dopo due secoli, con ardore.
Le mani alzate al ciel!
Quest'è il suol dove i padri
han giurato al Signor
di serbar fedeltà.
Di rendere gli altar
ai grandi santuari,
dove per la sua causa
ei vennero a morir!
Signor del Sinai! Signore d'Israel!
Iddio dei santi, Iddio dei padri!
Come Giacobbe un dì,
or ci hai salvi Signor
con Te sui campi degli avi nostri.
Non ci lasciar giammai abbandonar la fe'
e lotta insiem con noi
che combattiam per Te!
Per questo giuro il ciel!
Salvi fe' i nostri padri;
ed in quest'ora ei vuol
noi ancor benedir.
Le mani giunte insiem,
Valdesi ripetiamo:
"Giuro per Te, Signor,
di vivere e morir!"
Salvatore Marrari RC, domenica 22 febbraio 2015
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