E' andato in scena al teatro Siracusa lo spettacolo "1861 La brutale verità" che - dopo la morte di Mimmo Martino (leader dei Mattanza al quale era affidata la parte musicale), inevitabilmente, ha dovuto prendere una nuova veste. Riscritto dall'autore, Michele Carilli che ha curato anche la regia, innestando i nuovi componenti, Marinella Rodà e Alessandro Calcaramo al vecchio gruppo con Lorenzo Praticò e Mario Lo Cascio. All'interno dello spettacolo sono state inserite nuove canzoni tra le quali "Angelina", scritta da Michele Carilli, con le musiche di Rosario Canale e la voce, dolce e indimenticabile, di Mimmo Martino, vincitrice assoluta dell'ultimo Premio Mondiale di Poesia Nosside, sezione Poesia in Musica. Il testo racconta di una bambina, Angelina Romano, nascosta e piangente in un casolare, tra i ruderi lasciati dai bersaglieri che, dopo averle ucciso i genitori e i vicini di casa, attratti dai lamenti della fanciulla che era sfuggita al massacro, tornano sui loro passi e provvedono a fucilare anch'essa perché non restasse traccia di chi si era ribbellato all'occupazione dei Savoia e considerati ignobili, sporchi e ignoranti briganti, era il 3 gennaio 1862.
Lo spettacolo è tratto dall'omonimo libro pubblicato lo scorso anno proprio da Michele Carilli ( Aracne Editrice), un'opera che ha voluto accendere una luce sul lato oscuro dell'Unità d'Italia e sul fenomeno del brigantaggio. Son trascorsi più di 150 anni da quando nasceva il regno d’Italia, ma l’unità vera, quella fatta di culture e storie condivise, è ancora tutta da scoprire. La storiografia “ufficiale” ha, purtroppo, occultato per troppo tempo le reali dimensioni e le motivazioni sociali delle insorgenze meridionali. Questo brigantaggio meridionale assume oggi la più importante fisionomia di un movimento di resistenza sociale al modello autoritario sabaudo. Tali vicende non mettono certo in discussione il fondamentale valore dell’Unità Nazionale, i padri della patria, però, vanno giudicati anche sui piedistalli dove la retorica risorgimentale li ha collocati. Quella tra piemontesi e briganti è stata una guerra civile raccontata poi solo dai vincitori e così il brigantaggio post unitario è divenuto una tragedia senza narrazione, una storia che andava dimenticata .
Dunque questo spettacolo del 29 marzo 2015, ha ricalcato la forma del teatro di prosa, poesia, musica e canto, con la parte recitativa affidata all’attore Lorenzo Praticò, giovane artista reggino fra i più bravi attori che la nuova piazza sta offrendo; la parte musicale riservata a Marinella Rodà, Alessandro Calcaramo e Mario Lo Cascio è stata eseguita in maniera perfetta, considerando che bisognava, uso una brutta parola, "sostituire" nella parte Mimmo Martino, il cui spirito aleggiava in tutto il teatro pieno in ogni ordine di posto per onorare il ricordo dell'artista scomparso. Per questo che regia, scene, attori e musici hanno avuto un enorme successo di pubblico che, tra l'altro, ha avuto la possibilità di venire a conoscenza di parte delle storie e delle vittime di tale processo unitario; storie riemerse dalla nebbiosa memoria, ma vive sul palcoscenico, per i racconti di Lorenzo Praticò coadiuvato dalle musiche di Mario Lo Cascio (chitarra), Marinella Rodà (Canto, recitazione e percussioni) e Alessandro Calcaramo che ha sfoderato l'antico strumento greco, il bouzouki.
Alla chiusura del sipario, il pubblico, nel pieno della commozione, si è attardato per complimentarsi con gli artisti con i quali ha, rispettosamente e tacitamente ,"sentito" la presenza spirituale di Mimmo Martino che è stato rappresentato con onore, ma molto modestamente quasi ai margini del teatro (come era costume del padre, uomo timido ma forte) dal figlio Claudio.
Salvatore Marrari 29 marzo 2015
Nessun commento:
Posta un commento