mercoledì 28 aprile 2010

LE GROTTE DI TREMUSA - MELIA DI SCILLA (RC)







LE GROTTE DI TREMUSA
La via Consolare Popilia,partendo da Capua e proveniendo da Vibo Valentia, passava per Taurianova e proseguiva per Seminara, nei pressi dei Piani della Corona. Da Solano scendeva per guardare la fiumara di Favazzina presso il passo Tremusa indi risaliva verso le omonime grotte raggiungendo la "Statio ad Mallias". Quì ripiegava verso lo stretto territorio di Fiumara, senza congiungere Scilla.
Raggiunto Campo-Santa Lucia si divideva in tre braccia : uno verso l'imbarco di Cannitello (ad columna) , il secondo verso l'imbarco di Catona(ad statuam) , il terzo attraversava a fiumara di Telese (torrente Catona) nei pressi di Santo Cono di Rosalì e giungeva al nodo di Modenella dove si diramava in altre tre direzioni : una dirigeva a Reggio Calabria , la seconda verso la fortezza di Arghillà , infine, la terza verso Calanna. Per duemila anni fu l'unica via di comunicazione possibile. Col tempo e senza manutenzione diventò impraticabile per buona parte dell'anno, contribuendo così a quell'isolamento cui fu costretta la Calabria per molti secoli e protrattosi fino all'arrivo dei francesi del Murat, nel 1805.
L'ingresso delle grotte si presenta a forma di emiciclo, con una serie di imbocchi tra loro ravvicinati che permettono di accedere ai settori ipogei più interni. Tali ingressi si originano alla base di una parete rocciosa alta mediamente 6 metri, in parte semi nascosti da una rigogliosa vegetazione che pende dall'alto.
La cavità è stata esplorata compiutamente per la prima volta da speleologi del Gruppo Speleologico Bolognese del CAI e dell'Unione Speleologica Bolognese nel 1984 ( Garberi, Belvederi 1984 ). In seguito sono stati molti coloro che si sono avvicendati nella visita della grotta, sebbene sempre per semplice curiosità più che per reale interesse scientifico. La grotta è formata da due ambienti a sé stanti, posti l'uno a sinistra del citato emiciclo (vano di sinistra) e l'altro a destra (vano di destra).
La presenza di colonnati è una peculiarità che connota la grotta nella sua interezza.Essi infatti, presenti ovunque anche nei settori più profondi della cavità, rendono il percorso interno simile ad un vero e proprio labirinto. Nel vano di sinistra l'ambiente iniziale permette di avanzare, in un primo momento, in posizione eretta. Nel vano di destra, al contrario, l'andamento viene condizionato sin da subito dalla ristrettezza degli ambienti.
Questi colonnati mostrano, nella loro matrice, la presenza di numerosi fossili di Pecten, evidenti anche e soprattutto sulla volta. Tali conchiglie appaiono talvolta isolate, ma più spesso si palesano sotto forma di accumuli caoticamente disposti. Allorché la grotta si è formata, l'azione erosiva ha risparmiato zone rocciose più tenaci, all'origine degli attuali colonnati. Questi ultimi, successivamente e a causa del forte stillicidio tuttora presente, si sono parzialmente rivestiti di colate calcitiche e, insieme a gruppi stalagmitici quà e là sparsi al suolo, hanno dato origine al caratteristico ed attuale aspetto della cavità.

domenica 18 aprile 2010

BREVE STORIA DI CARMELO SURACE, SCULTORE E CESELLATORE DEL LEGNO






Perchè si fa questa introduzione al filmato, perchè tra le case della frazione di Cannavò, tra lo scorrere delle acque di questa fiumara che serpeggia nella grecanica frazione reggina, il 28 agosto 1931 nasceva Carmelo Surace. Chi è Carmelo lo si può vedere dalle foto delle sue opere che vedremo quì di seguito, ma una piccola biografia bisogna pur farla : una infanzia comune per quei tempi,la guerra,gli stenti della ricostruzione, studi di geometra, ma non terminati per una grave malattia, intrapresi quando era già sposato con Pasqualina Della Foresta, anch'essa nativa di Cannavò e dalla quale ebbe due figlie. Lavora sino al 1980 facendo il decoratore presso una grossa impresa di costruzioni, ma nel suo tempo libero esprime tutta la sua arte di scultore del legno, ma non disdegna di mettere i suoi scalpelli anche sul marmo, sulla pietra o sul cemento. Apprezzatissimo, anche nella disgrazia di una malattia curata a Reggio Emilia, dai primari ospedalieri di questa città e quelli di Bologna; proprio in casa del professor Musiani e della figlia, quotata architetto, produce un mosaico, in soli 23 giorni, ideato da quest'ultima.

QUI' SOTTO ALLEGATO MINI VIDEO

La saggezza degli indiani d'America, i pellerossa




Questo video è dedicato alle culture e alle tradizioni indiane .Entrando s'incontrano la magia, la saggezza e la profondità di questa grandiosa civiltà, i suoi insegnamenti di ricerca spirituale e la purezza delle loro tradizioni.Una riscoperta che sta insegnando a tutti nuovi valori allinsegna del rispetto per la Madre Terra .Il contatto con la culture degli Indiani d'America non può lasciare indifferenti, perché esse racchiudono un patrimonio per la mente e per l'anima. Occorre sfatare preconcetti e pregiudizi, che possono accompagnarci, anche nostro malgrado, considerata l'impostazione della nostra storiografia.Per loro il dono della visione mistica è il traguardo supremo di ogni vita. ed ecco cosa risponde un Capo, Tecumseh, del XIX secolo in una registrazione ufficiale: "Eravamo un popolo senza leggi,vivevamo bene mantenendo la nostra parola di uomini, eravamo in ottimi rapporti con il Grande Spirito, Creatore e Signore del Tutto. Ci giudicavate dei selvaggi. Non capivate le nostre preghiere, né cercavate di capirle. Quando cantiamo le nostre lodi al sole, alla luna e al vento, ci trattate da idolatri... Senza capire, ci avete condannati come anime perse, la nostra religione non è diversa dalla vostra confrontata con parte delle vostre bibliche scritture".
Tecumseh, ancora con i versi che seguono, ci arricchisce della loro filosofia di vita che, come un Evangelo, propone la conoscenza della buona notizia di un Regno di Dio simile a quello del nostro Eterno Signore che, nelle vesti di Gesù figlio, ci ha indicato per un percorso di fede e di salvezza.

VIVI LA TUA VITA......
"Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte
non possa mai entrare nel tuo cuore.
Non attaccare nessuno per la sua religione;
rispetta le idee degli altri,
e chiedi che essi rispettino le tue.
Ama la tua vita, migliora la tua vita,
abbellisci le cose che essa ti da.

Cerca di vivere a lungo
e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.
Prepara una nobile canzone di morte
per il giorno in cui ti incamminerai
verso la grande separazione.

Rivolgi sempre una parola od un saluto
quando incontri un amico,
anche se straniero, in un posto solitario.

Mostra rispetto per tutte le persone
e non umiliarti davanti a nessuno.
Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo
e per la gioia della vita.
Se non trovi nessun motivo per ringraziare,
la colpa giace solo in te stesso.

Non abusare di niente e di nessuno,
per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche
e priva lo spirito delle sue visioni.
Quando arriverà il tuo momento di morire,
non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,
e quando arriverà il loro momento essi piangeranno
e pregheranno per avere un 'altro poco di tempo per vivere
la loro vita in maniera diversa.

Canta la tua canzone della morte
e muori come un eroe che sta tornando alla casa."

Capo Tecumseh

domenica 11 aprile 2010

Calabria mia,li megghiu figghi toi si ndi iru 'i fora


mercoledì 7 aprile 2010

Saguccio frazione grecanica di Bagaladi (RC)






Saguccio è una piccolissima frazione dell'area grecanica, ormai completamente disabitata, che fa parte del territorio di Bagaladi (dal dialetto greco-calabro: Vadalàdes) che è un comune di 1.184 abitanti della provincia di Reggio Calabria . È una delle porte di accesso al Parco Nazionale dell'Aspromonte.La frazione è situata lungo la strada percorsa da Garibaldi per raggiungere l'Aspromonte, si inserisce in un ambiente caratterizzato dalla numerosa presenza di uliveti,castagneti,querceti,alberi da frutta e dalle acque minerali. Il territorio presenta uno sviluppo altimetrico di circa 1100 s.l.m. sino a raggiungere i 1673 nel sito di Pantanizzi.Altre frazioni vicine sono i nuclei abitati di Ielasi, Embrisi e Gornelle.Il territorio di Saguccio,zona a verde boschivo lussureggiante,è raggiungibile anche in auto con stradine e sentieri sterrati che a tratti sono intersecati da sorgive e torrentelli che insieme alimentano e formano il torrente Tuccio sfociante a Melito Porto Salvo.Le poche abitazioni chiuse,ma visitate dai leggittimi proprietari saltuariamente,sono una testimonianza della dura vita di montagna che le genti affrontavano con la pazienza e la caparbietà che è tipica dei popoli aspromontani. In fondo alla vallata,tra orti e pendii, spiccano i ruderi di un vecchio mulino che, per la sua grandezza era a servizio di molte frazioni vicine.
La nascita di Bagaladi,il comune primario, è pure legata,oltre che alla Magna Grecia, all'insediamento di monaci basiliani, i cui monasteri, anche in altri casi, diedero origini a successivi centri abitati nella valle del Tuccio; infatti, le fonti storiche ne testimoniano la presenza in diversi paesini , eretti tra il IX ed il X secolo (San Michele, San Teodoro, San Fantino).Le splendide fotografie testimoniano quanto relazionato di una zona ricca di acque in una cornice di verde sacrale che il buon Dio ha voluto regalare a questa parte di calabria, povera di speranze, ma ricca di storia e di ideologie che hanno caratterizzato e plasmato ogni singolo abitante di questo vasto territorio montano : Gente d'Aspromonte !

La valle del Calopinace(Apsìa)






Sono 5 scatti, effettuati da Angela Surace Marino, che raccontano l'entroterra grecanico della frazione di Cannavò(Reggio Calabria), luogo che prende il nome di un probabile paese dell'attuale Ellade, Kannavò. A circa 20 Km,nell'interno dell'area aspromontana,nasce il torrente Calopinace,originariamente chiamato Apsìa ...dai greci Calcidesi che colonizzarono la Rhegion, installando la prima comunità prorpio alla foce di questo rivo. Per Angela i luoghi sono molto particolari e familiari, luoghi della sua infanzia,di quella dei genitori e di quella delle progenie, sicuramente anche loro colonizzatori venuti dall'isola di Calcìde.