domenica 30 settembre 2012

SCENDE LA PIOGGIA...MA QUANDO ?

























ASPETTANDO IL TEMPORALE...MA QUANDO ARRIVA ?

Su Reggio Calabria imperversa un caldo afoso e umido sebbene il calendario dica che siamo giunti alla stagione autunnale. Oggi, sabato 29 settembre 2012, per l'ennesima volta si va a cercare refrigerio tra le acque, un po' agitate per la verità, dell'Oasi di Pentimele. Il desiderio della frescura ci aggancia ad alcuni versi del Parini tratti dall'ode "La Caduta"che ci fan sognare di quanto freddo reale abbisogna questa città :

Quando Orion dal cielo
declinando imperversa 
e pioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa,
me spinto ne la iniqua
stagione, infermo il piede,
tra il fango e tra l'obliqua
furia de' carri la città gir vede;

La spiaggia sembra deserta e desolata, chi segue il corso legale delle stagioni se ne è rimasto a casa, è finita l'estate, non pensando a cosa, effettivamente si è perso : brezza fresca che entra dal mare, silenzi...rotti solamente dal frangersi delle onde sui ciottoli levigati e arrotondati della lunga battigia pentimeliana, come a significare un abbandono, un rifiuto d'amore che solo quelle acque spumeggianti possono consolare :

Sassi che il mare ha consumato 
sono le mie parole d'amore per te 
Io non t'ho saputo amare 
non ti ho saputo dare quel che volevi da me.

Ogni parola che ci diciamo è stata detta mille volte.
Ogni attimo che noi viviamo è stato vissuto mille volte.
Sassi che il mare ha consumato 
sono le mie parole d'amore per te.
Sassi che il mare ha consumato 
sono le mie parole d'amore per te.....
.......................................................
Ma ecco apparire all'orizzonte marino una comunità di accaldati, instancabili, a cui il calendario non ha detto nulla, simili ad una comunità di scimmie, sia per atteggiamento sia per colore di pelle, aggrinzita e umida dalla salsedine e cotta dai raggi solari ancora "sul piede di guerra". Ma tra il rumore della risacca ecco udire, ci sembra, ancora, il canto di un "guerriero" che delle estati, nei memorabili anni '60, ha descritto ogni minimo passaggio, Gino Paoli :

Sapore di sale, sapore di mare
che hai sulla pelle, che hai sulle labbra
quando esci dall'acqua e ti vieni a sdraiare
vicino a me, vicino a me.

Sapore di sale, sapore di mare
un gusto un po' amaro di cose perdute
di cose lasciate lontano da noi
dove il mondo è diverso, diverso da qui...
..............................................................

Qui ti esaltiamo, dunque, o pioggia, fa che il tuo arrivo apporti alle narici il classico odore che il terreno emana alle tue prime gocce. Scendano i tuoi scrosci a salvaguardia di un creato ormai secco e bruciato; vieni copiosa a dirci che la natura si rinnova; vieni portatrice del tanto atteso autunno, donaci quei mille colori che i pittori fiamminghi fecero propri. Scendi dai cieli di Dio a bagnare il castagno e fa che i molograni mandino sorrisi meravigliosi con la bocca aperta dai chicchi sporgenti, mentre l'odore dei mosti, ormai chiusi in botti di legno, esala fragrante al canto del merlo....UN SOGNO ? Danzeremo per te, figlia del cielo e di una nuvola, perché tu venga e...ci inondi il cuore, mentre lontano il tuono fa la sua parte nella grande scena della volta celeste, sotto la regia del benevolo Dio che bagna il mondo con le sue lacrime.

mercoledì 26 settembre 2012

UN MARCIAPIEDI DICE : " SONO UNA FRANA "














SONO UNA...FRANA !!!
E si, cari signori, dal remoto 3 settembre 2010 sono sprofondato e, da marciapiedi, cambiando sesso, sono diventata una frana. D'altronde buon sangue non mente, da una parte di questa estrazione sociale (per fortuna non tutti i cittadini ne fanno parte) son venuti fuori quei politici locali che tanto hanno disfatto questa città e, come me, sono stati una frana. Io non ce la faccio a risollevarmi, dopo due anni in questa dannata posizione, è difficile che riesca a muovermi ; ho chiesto aiuto all'assessore del Comune di Reggio Calabria che detiene il servizio ortopedico e mi è stato detto che non hanno adeguate ambulanze per trasportare nuove mattonelle e cemento per reinstallare la mia ossatura primitiva, quella che avevo prima dell'acquazzone, appunto, del 3 settembre 2010 che ha allagato la strada a causa di tutti i tombini e relativi canali di scolo otturati per mancanza di manutenzione. Ma nel 2010 c'erano soldi in Comune ? Non si sa, perché pare che quel bilancio sia in discussione e sotto la mira di alcuni "parenti" che, avendo fatto visita in Municipio, se ne sono innamorati, visto l'ottimo metodo di ripartizione, e, sembra, l'abbiano mandato a Roma perché fosse copiato e inviato a tutti i comuni italiani come ottimo esempio contabile. Fatto sta che io attendo quel responso per essere risanato. 
Come potete ben constatare, dalle foto che sono state scattate a risalto del mio look, la zona è prettamente turistica ed io mi trovo a quattro metri dalla porta d'ingresso dello stabilimento balneare della Polizia di Stato e dal relativo marciapiedi, fotografato anch'esso, con un aspetto non migliore del mio. A ripensarci anch'io ero un marciapiedi, ora sono solo una "povera frana", sedotta, sprofondata e abbandonata, che se ne possa ricavare un matrimonio ? Se ci rifacessero fare delle ottime presentazioni, forse potrebbero unirci in matrimonio e saremmo un marciapiedi solo e unito; sapete bene come nascono certi connubbi...da cosa nasce cosa e...chissà...tutti gli altri marciapiedi reggini copierebbero la nostra unione cementata da buona volontà, con l'ausilio dell'ufficio matrimoni civili del Comune Reggino, rappresentato da un sindaco, fascia tricolore al petto, che sappia ben conoscere gli articoli adeguati del rito civile : " Visto l'articolo PARPAGNOLO, viste le reciproche volontà, vista la folla che assiste festante, viste le casse ripianate e rifuse di tutti gli ammanchi, io vi nomino...già, ma adesso siete due maschi, due marciapiedi...allora vi sposo come COPPIA DI FATTO e che il vostro lungo cammino sia un percorso più statico per tutta la cittadinanza ". EVVIVA GLI SPOSI griderebbe la cittadinanza tutta !
                                         
                                   Salvatore Marrari  RC 26 settembre 2012

LE INEFFICIENZE DEL COMUNE DI REGGIO CALABRIA


VIA F di SBARRE CENTRALI, PERPENDICOLARE A VIA GRAZIELLA....
Non ho la possibilità di indire una conferenza stampa come usano fare i "buoni sindaci" quando hanno le scarpe strette, ma, come posso, mi arrangio a portare a conoscenza i cittadini di Reggio Calabria che dovrebbero scendere in piazza per i motivi che qui di seguito mi pregio di esporre...ALTRO CHE TURISMO DELLA FATA MORGANA...qui si rischia, secondo l'effetto ottico dianzi citato, di vedere l'altra sponda specchiarsi nella fogna(con tutto il rispetto per i dirimpettai)
Mi sfiora il ricordo del CAROSELLO TV, pubblicità fatta con rinomata arte teatrale con l'impiego di validissimi attori comici e drammatici. I bambini erano legati allo spot di Calimero, il paperottolo piangente sempre nero e sempre più sporco..."Siamo alle solite, Calimero, tu non sei nero, sei solamente piccolo e sporco, vedrai con la polvere di bucato che usa la tua mamma ti ridiventeranno bianche...le tue penne...EVVIVA !"
Siamo alle solite, si, signor Sindaco, consiglieri, assessori, credo che, da come è ridotta la città, voi tutti stiate dormendo, beatamente, seduti a parare i colpi del vostro cattivo operato. Possiamo ben capire che "non ci sono più i soldi" per le opere straordinarie, ma quelle ordinarie e di manutenzione vanno fatte con i soldi che tutti noi cittadini reggini paghiamo con profumate bollette, molto gonfie per la verità, che questo rispettabile municipio invia regolarmente, spesso prendendo anticipi per l'anno a venire. Questi soldi, signor Sindaco, ci devono essere...a meno che non siano stati passati ad altro capitolo : FESTE PATRONALI.
Ma a proposito di profumo(si parlava di profumate bollette), questo servizio fotografico allegato ha immortalato la Via F di Sbarre Centrali, perpendicolare alla via Graziella, dove ci avete fatto una spettacolo primaverile con Misefari, Battaglia ed altri artisti, per ammonire gli abitanti di quella via che avrebbero rotto i sedili del dirimpettaio asilo comunale. A parte il fatto che uno spettacolo di quel genere costa moltissimo(tra impalcature e attori, almeno 7000 euro), mentre a rifare i sedili di pietra, ancora rotti e più imbrattati, non avreste speso più di 500 euro, ma queste sono scelte effettuate con "la conduzione del buon padre di famiglia". Ogni tanto lasciate parlare noi cittadini comuni e uomini (maschi e femmine) della strada, si, di questa strada, ove si sorbiscono da mesi le acque maleodoranti che vengono fuori da un pozzetto fognario. Il liquame e la puzza di merda(scusatemi per la schiettezza) arrivano sino all'asilo comunale i cui bambini se le aspirano tutte, assieme alla spazzatura, peraltro raccolta raramente, posta nei bidoni adiacenti alle mura scolastiche, con rischio di gravissime malattie. Questa strada, cari amministratori è abitata almeno da 200 famiglie, non esiste abusivismo, persone regolari con "passaporto sbarrotu". Se il danno viene da un pozzetto privato (lo scrivente non lo sa) allora abbiate la compiacenza di accertarvene sanzionando e obbligando chi di dovere alle relative riparazioni.
....Ah, ma questa è la via F...potreste pensare...non mettetevi " int'a capa " 
che F possa essere " 'a via di FISSA .                
                                                                     
                                             Salvatore Marrari  25 settembre 2012












martedì 25 settembre 2012

SOLO RICORDI ?

Questa notte vorrei portare la vostra attenzione sulla nostra natura in quanto uomini(maschi e femmine), certamente, ma anche e soprattutto in quanto uomini inseriti in un contesto di uomini, la vita sociale in comune su di un territorio, una nazione, per intenderci. Questo tipo di studio, gli esperti la chiamano antropologia.
L’Antropologia, lo si evince dall’etimo della parola stessa, ha come pu

nto di ricerca l’uomo, in rapporto ad un tempo, alla sua storia ed alla sua interazione con i propri simili nel dare risposte circa la sua natura, il suo essere ed il proprio percepire. Questa percezione, sicuramente, non va sottovalutata. Alcuni atteggiamenti, dall’esterno, possono apparire desueti, vecchi, scaduti, ma per chi li vive assumono un’importanza fondamentale, cruciale in certe fasi dell’esistenza. Vi siete mai innamorati di un portachiavi ? O di un soprammobile di pessimo gusto, ricordo della vacanza più bella della vostra vita ? Agli occhi dei più è un semplice monile, ma per chi, come un tesoro lo conserva, assume il sapore di momenti, emozioni e sorrisi o lacrime che nessuno potrà mai trasmettere a parole. Siamo conservatori, chi più e chi meno, e nessuno si può esimere dicendo di non esserlo. Sostanzialmente tutti viviamo di ricordi, un posto, un sasso, una parola, un vagito, una musichetta, una canzone, ci trasformano svegliandoci dall'oblio e facendoci sognare il nostro trascorso che mai più ritornerà.
QUESTA E' UNA DELLE PAGINE DEL MIO LIBRO "I MIEI PENSIERI NOTTURNI" scritta il 6 dicembre 2009 alle ore 0,05

sabato 22 settembre 2012

CANTARE REGGIO...CANTARE IL SUO MARE






















P''o mare 'e Napule quant'armunia !
Saglie 'ncielo e 'ncielo sentono,
tutt''e stelle, 'a voce mia.
Voce, ca tènnero,
st'ammore fa.


Questo è il ritornello di una classica canzone napoletana, "Mandulinata a Napule", da come si può ben capire dai versetti, il riferimento lo si può abbinare al mio servizio fotografico che riluce, invece, del mare di Reggio Calabria : le acque e le splendide ambientazioni dell'Oasi di Pentimele. 
Questo villaggio balneare fu l'invenzione di un caparbio imprenditore reggino ormai non più, Nicola Montesano, che seppe trarre da una spiaggia demaniale, con l'occhio di chi ci ha sempre saputo fare, abbandonata e piena di sterpi, una rada bellissima come mai alcuno si sarebbe sognato di poter realizzare e valorizzare, la Baia di Pentimele. Prima che questo abile personaggio lasciasse questa terra, i suoi progetti fiorivano giorno per giorno e il villaggio, schizzi e disegni alla mano, sarebbe stato corredato da un porticciolo turistico, una grande piscina olimpionica, un albergo e tantissime altre attività di intrattenimento e, forse, quelle idee sarebbero divenute realtà con l'appoggio e il buon nome della società Valtur con cui aveva preso contatti. Certamente le scelte del Tour Operator, di investire a Reggio Calabria associandosi a Nicola Montesano non sarebbero state ragioni di gratitudine e di amicizia, ma una normalissima operazione speculativa di affari per la quale ne avrebbe goduto la città tutta, vuoi per il movimento turistico, vuoi per le nuove opportunità di lavoro. Purtroppo, su questa terra, non siamo eterni ed il dottor Nicola, andandonese via, ha lasciato solo le opportunità che nessun altro, per un "motivo" e per un "altro", ha potuto sfruttare pienamente. Si deve grande merito al pensatore e ideatore dell'Oasi che, durante quella gestione, è stata il fiore all'occhiello di Reggio Calabria. L'ampia spiaggia arredata a mo di villaggio africano con ombrelloni di paglia, caratteristica spettacolare che stuzzicava il colpo d'occhio, partite pomeridiane di tennis, calcio e pallacanestro in spazi altrettanto grandissimi e adeguati, un teatro all'aperto con circa quattromila posti a sedere (tanti erano i soci tesserati), ove hanno esibito le loro bravure artisti e vedettes internazionali del canto e della recitazione, uno spazio notturno (discoteca) per il ballo giovani, un piccolo teatro per bambini del miniclub e un ritrovo di ballo leggero (leggero per modo di dire) e cabaret denominato appunto dai meno vecchi : Montecatini ; quest'ultimo luogo era, e lo è ancora, per fortuna, un sito d'incontri culturali estivi gestiti dall'associazione Rhegium Juli. 
Tutto questo preambolo serve a far immaginare quanto fosse ben organizzato questo villaggio, oggi c'è rimasta solo la Balneazione con tutte le trasformazioni effettuate dai nuovi gestori e, come dicevo prima, gli incontri culturali serali settimanali, un locale notturno attiguo alla battigia denominato "Molo 74" per giovani associati e altri spazi per cerimonie e pranzi matrimoniali ricavati attorno alla vecchia, gloriosa, piscina. 
Senza alcun dubbio il suo mare e le dipendenze sono sempre spettacolari e, oggi 22 settembre 2012 un ultimo gruppo di vecchi spiaggianti, me compreso, malgrado siano terminati i servizi attinenti alla balneazione (ombrelloni, sedie e lettini), hanno voluto esibire presenza, godendo del profumo delle piante e delle resine, dell'odore del mare e, forse,chissa, del canto delle Ninfe che la Dea Teti gestisce nel nome di Nettuno suo padre. Verso la marea scendente o montante ci pare di ascoltare lo sciabordio dei flutti contro i fianchi della lignea nave di Ulisse in navigazione, quasi alla deriva, verso Scilla ad ascoltare il canto ammaliatore delle Sirene. 
Queste realtà naturali, sono bellezze che fanno parte del regalo "divino" e "assoluto" che prende il nome di creazione dell'Eterno Dio, nessuno ce le può togliere, ne alcuno pensi di impregnare con "cattivi odori" il godimento di noi tutti onorati abitanti di questa illustre città, se il caso lo volesse, ci batteremo a difesa di tutto ciò e per tutto ciò che ci circonda e riusciremo a stanare eventuali "oppressori" che hanno deciso di impossessarsene e lucrare a danno di noi bravi cittadini : Reggio è bella ! Reggio è nostra !
                               
                                           Salvatore Marrari    22 settembre 2012

venerdì 21 settembre 2012

REGGIO IN DIGITALE...MA SEMPRE BELLA
























Potenza della foto digitale, ti permette di effettuare scatti conservando, in un piccolo contenitore, centinaia di foto che hanno imprigionato "grandi spazi". Conosco le tecniche fotografiche che potevano darti il meglio, con un rullino adeguato(l'unica marca in vendita era la Ferrania) alle luminosità da applicare e ai tempi di posa da dare allo scatto per non ricavarne un'immagine mossa. Sin dall'età di dodici anni mi sono cimentato anche nello sviluppo del rullo e la stampa, su carta lucida o satinata, usavo un vecchio ingranditore regalato, dei primi anni del '900, che proiettava immagini negative su di una base, su cui poggiava la carta da imprimere e da rilevare nei bromuri d'argento, fissando "il ritratto" in bagni di iposolfito di sodio. Dicevo, appunto che la foto moderna è una specialità alla portata di tutti, un clic e via, poi subentra l'opera computerizzata che ti permette, con tecniche informatiche, di rilevare, ampliare, correggere, colorare, annerire, illuminare...poveri fotografi di una volta, quanta pazienza e quanta esperienza applicavano, nei loro silenziosi studi, per un ritocco Alla foto "ra zzita cu' zzitu", " 'a spusa cu' spusu", " 'a figghiola o 'u figghiolu", " 'a prima comunioni", " 'i mascarati"...qualsiasi occasione o ricorrenza di cui se ne voleva il ricordo, insomma " ndi cacciavanu 'u ritrattu". Quando eri tu l'artista e ti dilettavi con macchinette da quattro soldi, aspettavi pazientemente almeno quindici giorni perché ti fossero consegnate le foto e poi...che delusione, "Cicciu" era senza testa, Amalia "pariva sculuruta", a "Pascali nci mmancavanu 'i peri", " 'u nonnu era pigghiatu mentri buccava", " a zzia rririva ca' rentera 'i fora" e quel frugoletto del cugino " nci mintiva 'i corna nta testa 'i so' patri". Ma, tra le tante( 16 in tutto, in bianco e nero, quello era il massimo che ti poteva dare il rullino di quel tempo), una era bellissima...il panorama di Reggio al tramonto o " 'a via marina" o " 'u ccippu" o " 'a rrutunda ru Lidu" o " 'a pescheria chi bbarchi"...Si Reggio Calabria era bella anche in bianco e nero, le sue foto, se fatte da veri artisti, ne facevano risaltare ogni piega, ogni albero, ogni onda del greco mare, ogni palazzo architettonico del Corso Garibaldi ( chiamato con l'usuale linguaggio dei nostri nonni " 'u stratuni" ), ogni attimo del sole al tramonto che si nascondeva dietro i monti di Messina, la vecchia Zancle. 

Alcuni versi del poeta Matteo Paviglianiti( RC 01/05/1874 - RC 11/11/1956 ), tratti dalla sua poesia "RIGGIU", ci infondono l'amore che, loro stessi, privilegiati cantori di una città pura, avevano verso questa terra, verso questo mare :

"..........................."                             "..............................."
Luci e faru di li ggenti                        Luce e faro della gente
d'u prisenti e ddu' passatu,                 del presente e del passato,
pirchì 'a natura vossi                          perché la natura ha voluto
chi mmi sì tu ncurunatu                     che tu fossi incoronato 

di li stiddhi, terra e mari,                    delle stelle, terra e mare,
di lu suli e di currenti                         del sole e delle correnti
e dill'aria ch'è 'n'amuri                        e dell'aria che è un amore
chi rrussigghia 'a nostra menti.           che sveglia la nostra mente.

A rrivera di 'stu mari                           La riviera di questo mare
è 'na cosa luminusa,                            è una cosa luminosa,
'chi ccu veni, cca, ma viri,                  e chi viene, qui, a guardarla,
sta' mpalatu, a bucca chiusa.              sta impalato, a bocca chiusa.

A marina è tantu beddha,                   La marina è tanto bella,
è 'nu veru pararisu,                             è un vero paradiso,
siddh'a viri ti ristori,                            se la vedi ti ristori,
ti rripigghia corpu e visu.                    si rianimano corpo e viso.

E' 'nu locu ch'è ncantatu,                    E' un luogo ch'è incantato,
ntra lu strittu, cu' lu faru,                    tra lo stretto, con il faro,
viri Scilla cu' Cariddi                          vedi Scilla con Cariddi
e lu mari argentu chiaru.                    ed il mare argento chiaro.

E, duranti lu caminu,                          E, durante il cammino,
sent'o cori 'na fracanza...                    sento al cuore una fragranza...
e 'na cosa ch'è divina,                         e una cosa che è divina,
ch'ogni mali ti lu scanza.                     e ti affranca da ogni male.
"..................................."                     "......................................"

Ancor oggi è la "nostra bella", amata, stimata, vituperata, vilipesa, imbrattata, sfruttata...abbandonata, chi di noi reggini non ama questa città ? Vorremmo che ci fosse limpidezza, che le fosse riconosciuto, ancora, il titolo di Rhegion, la greca, vorremmo, con onestà, che fosse ripulita da tutti quegli " impedimenti " che non le permettono di decollare in un mondo civile e più consono agli allori che le spettano per l'antica civiltà da cui proviene e per la storia che ci ha saputo regalare nel corso dei secoli sino a tempi più recenti.
Questa è la Reggio che vogliamo : limpida, pulita, trasparente, non inquinata e, sopratutto...RIPULITA !
                                Salvatore Marrari   20 settembre 2012