venerdì 29 marzo 2013

A REGGIO CALABRIA GIORNATA DELLA GUARIGIONE






















Oggi, a Reggio Calabria, 28 marzo 2013 si è assaporata la primavera e, come diceva la favola, cammina che ti cammina.... lungo la strada Oasi di Pentimele il tepore e il panorama è magnifico, se poi ci metti i colori ed il profumo dei fiori sembra essere nel paradiso terrestre. In effetti camminavamo di passo sostenuto, io ed Antonio Zito mio amico, per effettuare la nostra azione motoria quasi giornaliera e non abbian fatto altro che chiacchierare con la gioia nel cuore : in noi era entrata una magnifica fiducia verso il Padreterno che ci aveva regalata una pregiatissima  mattinata. Ma pensavo a voce alta : Cosa ci fa la gente, di mattina, sul Corso Garibaldi reggino quando potrebbe benissimo cercarsi un luogo soleggiato e puro come la Baia di Pentimele ? Conosco le frotte, di pensionati, "garibaldine" e cosa si dicono; si raccontano i lamenti e il passato, gli acciacchi del diabete e della pressione alta e quanto altro riserva la natura umana in età avanzata. Ma l'azione motoria, il camminare di passo svelto non hanno mai fatto male a nessuno ed è propria di chi vuole, appunto, abolire acciacchi e medicine, prova ne sono le foto allegate in quest'album : PROVARE PER CREDERE !

giovedì 21 marzo 2013

REGGIO CALABRIA, TORNA IL MERCATINO SOLIDALE DEI PRODOTTI NATURALI A Km 0 .





































REGGIO CALABRIA, TORNA IL MERCATINO SOLIDALE DEI PRODOTTI NATURALI A Km 0 .
Oggi 10 marzo 2013 è tornato, sul terreno di Parco Gullì, in via Gebbione 23, il meraviglioso appuntamento con il mercatino solidale organizzato dall'associazione reggina GAStretto e dalla "Piccola Opera Papa Giovanni onlus" con la valida collaborazione dell'Associazione Magnolia(Ente che si interessa dei materiali di riciclaggio). Siamo in un clima primaverile, bancarelle da per tutto con merci venute da campagne,orti, piccoli borghi e dai piccoli laboratori casalinghi, direi più esattamente familiari. Quando pensiamo a cosa andiamo incontro con l'acquisto ai supermercati di prodotti spesso contraffati, a caro prezzo, o perché di provenienza dubbia e da mano illecite come spesso è accaduto nella nostra città per i casi ancora irrisolti della grande distribuzione. Centinaia di persone con famiglie a carico buttate in mezzo ad una strada perché i proprietari erano collusi con la ndrangheta(notizie apprese dai giornali cittadini e dalle TV locali). Ma quì, oggi, è stata tutta un'altra cosa. La gente felice sotto il sole di primavera, i colori meravigliosi del prato e dei fiori, gli odori genuini di prodotti tipici nostrani a prezzi accessibili a tutti. Si è potuto vedere la qualunque : pane di vero grano integrale, olio extra vergine di oliva, vino genuino, salumi caserecci, formaggi del pecoraio, ricottine salate da grattuggiare sui maccheroni al sugo di agnello o di capra, broccoletti e cime di rapa comunemente detti, dalle nostre parti, "brocculi 'i rrapa". Non son mancati gli asparagi selvatici raccolti tra le cunette delle nostre campagne, le marmellate di arancia e di bergamotto, le salamoie di olive e di peperoncino sottolio, il panbiscotto integrale('u biscotteddhu 'i ranu) da fare a "caponata" con pomodori, capperi, origano e olio verde extravergine di oliva. Vi sono state esposizioni anche di sopramobili di legno artigianali miniaturizzati e bijotteria fatta a mano con la pazienza di giovani donne che per queste nostre cose non hanno eguali, insomma una meravigliosa carrellata di allegria e spensieratezza dove hai potuto incontrare amici genuini come i prodotti esposti, amanti dell'umile compagnia che non argina l'amore che, sotto il nostro sole e nella distesa di quel prato, è stato regalato con semplici sorrisi di amicizia e con la cortesia "ospitale" che ci venne insegnata dai nostri nonni, dai nostri padri, che hanno sempre ritenuto fosse nella sacralità di una discendenza magno-greca.

Clicca sul link per vedere il piccolo filmatohttp://www.youtube.com/watch?v=STg7WGFFMCU

REGGIO CALABRIA - CHIESA DELLA GRAZIELLA - VISITATA DA ACCADEMIA DEL TEMPO LIBERO













































Mercoledì 20 marzo 2013, componenti dell'Accademia Del Tempo Libero con a capo la presidente Silvana Velonà, secondo il programma ufficiale, hanno visitato la Piccola e storica chiesa della "Graziella" sita in Via Sbarre Superiori di Reggio Calabria. Una guida e alcuni componenti del consiglio di chiesa sono stati a disposizione con esaudienti spiegazioni, relazionando sulla storia del piccolo tempio dalla costruzione all'abbandono e all'incuria dell'ultimo secolo, il tutto corredato da dimostrazioni documentali e fotografiche. Nulla da eccepire su tutto quanto esposto anzi l'escursus pomeridiano è stato di speciale interesse per i visitatori sia per la storia della chiesa in se stessa, sia sulle modalità della sua costruzione, sia sui personaggi che vi hanno ruotato nell'arco dei quattrocento anni trascorsi dalla posa della prima pietra sino al restauro definitivo. Quì di seguito, per ampliazione, una relazione storico-letteraria-artistica che renderà edotto il lettore che volesse intraprendere un percorso di conoscenza e, in alto, gli scatti fotografici effettuati da Salvatore Marrari ai luoghi e agli associati dell'Accademia in visita.

REGGIO CALABRIA - CHIESA DELLA GRAZIELLA
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come la Graziella, è una delle chiese più antiche di Reggio Calabria e si trova nel quartiere di Sbarre, esattamente in Sbarre Superiori e ricade nel territorio della parrocchia di Santa Maria di Loreto.
STORIA
L'inaugurazione delledificio risale al 29 marzo 1691, come attesta uniscrizione marmorea collocata nel prospetto.
L'edificio sorge su un terreno originariamente donato dai fratelli Domenico e Carlo Suraci e destinato all'erezione di una piccola chiesa nelle contrade Verdirame e Ottobono. I primi lavori iniziano circa cinquantanni prima dell'inaugurazione, precisamente nel 1641, grazie al contributo della famiglia Minniti e dei fedeli, per lo più da proprietari agricoli della zona.
Al 1732 risale un'ulteriore donazione dei terreni adiacenti destinata all'erezione del campanile e dell'edificio parrocchiale.
La tradizione vuole che la chiesa sia stata fortemente voluta dai contadini del luogo affinché essa potesse ospitare l'effige della Madonna, cui erano state attribuite molte "grazie" quali la liberazione da alluvioni e delle miracolose guarigioni istantanee, da cui appunto deriva l'appellativo di "Graziella".
Pare che limmagine sacra fosse in origine collocata all'interno di un'edicola, proprio sul luogo dove successivamente fu eretta la Chiesa della Graziella. Secondo quanto pervenuto l'effige raffigurava una Madonna dalle fattezze popolane, nell'atto di allattare il suo Bambino.
LA LASTRA MARMOREA CON L'ISCRIZIONE IN LATINO
Il motivo per cui fu edificata la chiesa è iscritto su di una lastra marmorea posta sotto la finestra del campanile, che recita:
« PLACUIT D.O.M. ANNO 1641 MISERICORDIARUM ABISSUM PER VIR
GINEUM FONTEM ANTIQUÆ IMAGINIS BEATÆ MARIÆ
OMNIUM GRATIARUM IN CON
TIGUI VIRIDARII ANGULO DEPICTARE SUPER HOS POPULOS INNUMERIS
MIRACULIS DIFFUNDERE UNDE PIUS FIDELIUM COETUS TEMPLUM
HOC AD TANTI THESAURI CUSTODIAM CONSTRUERE STATUIT IN
QUO DENIQUE COMMUNIBUS SUFFRAGIIS ABSOLUTO SACRAM IMAGI
NEM CUIUS MURI FRAGMENTO SOLEMNI TRANSLATIONE COLLOCAVIT
DIE 29 MARTII 1691 »
« Piacque a Dio, Ottimo Massimo, che, nell’anno 1641, lo stesso Signore Dio, operasse numerosi miracoli a favore di queste popolazioni, servendosi dell’antica immagine di Santa Maria di tutte le grazie, fonte verginale, abisso di misericordia, dipinta nell’angolo del vicino campo. Per questo il pio popolo di fedeli volle che fosse costruito questo tempio destinato alla custodia di così gran tesoro, dentro il quale, assolti tutti i riti di benedizione e di consacrazione, con solenne processione vi portò e vi collocò l’immagine riprodotta nel frammento del muro, il 29 marzo 1691. »
Da ciò si deduce che vi era un'immagine già esistente nel 1641, che poi fu collocata sull'altare finemente decorato con stucchi.
Non si hanno notizie precise riguardo al progetto e alle fasi di edificazione della Graziella; si conserva solo l'autorizzazione al restauro del 1796, legata alle vicende del terremoto del 1783, che fu effettuato a spese dei "giardinari" di Sbarre.
La creazione delle due cappelle laterali risale invece al XIX secolo.
DESCRIZIONE
Ledificio, di modeste dimensioni, misura 20 m di lunghezza per 7 m di larghezza per 6 m di altezza, e consta di tre corpi di fabbrica adiacenti:
 • la chiesa
 • il campanile
 • la sagrestia
Il prospetto della chiesa si connota per la sua semplicità, in accordo con lo stile architettonico dell'epoca, esempio di Barocco Calabrese caratterizzato per il ridotto uso di elementi decorativi e per l'attenzione rivolta all'elemento del portale.
La facciata è scandita da un ordine di tre paraste giganti, sormontate da un lieve tratto di trabeazione e sostenute da un basamento litico. Due di queste sostengono dei fastigi secondo motivi decorativi barocchi, sormontati da acroterii.
IL PORTALE MARMOREO
Il portale marmoreo architravato è delineato lateralmente da una serie di motivi d'acanto, e sormontato da una trabeazione sulla quale si imposta la finestra sovrastante, con la particolare terminazione ad arco a sesto ribassato.
Unaltra finestra è collocata sul prospetto dell'originario campanile, al di sotto della quale è inserita la lastra marmorea commemorativa dell'inaugurazione dell'edificio.
La terminazione superiore di questo vano si presenta priva di completezza, al contrario di quella più compiuta del vano della chiesa, è caratterizzata invece dalla presenza delle tipiche volute di raccordo tra lelemento curvilineo sommitale e la trabeazione delle paraste laterali.
La chiesa si presenta a navata unica e a pianta rettangolare, orientata secondo la tradizione orientale-bizantina largamente diffusa a Reggio e in Calabria. Essa termina con un profondo coro nel quale si apre la porta daccesso al vano quadrangolare della sagrestia. Attraverso un'apertura, posta a sinistra dell'ingresso alla chiesa, si accede invece al campanile.
L'interno si presenta scandito da paraste sormontate da una cornice che ne percorre tutto il perimetro. Sul lato sinistro della navata si succedono tre vani:
 • il primo, partendo dall’ingresso, contiene la porta d'accesso all'adiacente vano del campanile;
 • il secondo, realizzato nel 1822, ospitava un altare dedicato all’Addolorata;
 • il terzo, prossimo al coro, ospita una cappella con altare in muratura, rivestito di stucchi con motivi d'acanto. Uniscrizione nella trabeazione riporta l'indicazione:
« Eretto da don Nicola Putortì lanno 1816 »
L'altare, collocato nella parete di fondo del coro, è un importante esempio di arredo barocco. Realizzato in stucco, è caratterizzato dalla presenza di due colonne isolate di ordine salomonico (tortile), scanalate, ricche di motivi decorativi fitomorfi e che sorreggono un'alta trabeazione. La cona dell'altare è vivacemente decorata con motivi acantiformi, rosette e putti alati.
Del patrimonio decorativo e degli originali arredi rimane poco o nulla, infatti i due eventi sismici (1783 e 1908), gli eventi bellici, le alluvioni e l'incuria cui è stata sottoposta per lungo tempo, hanno gravemente danneggiato l'edificio della chiesa. Solo di recente (nel 2000) sono stati portati a termine i restauri, che hanno ripristinato solo in parte l'originario aspetto dell'edificio. La copertura lignea a falde è stata interamente rifatta, così come gli intonaci, esterni ed interni; inoltre in due punti della navata è possibile vedere una porzione dell'originario tessuto murario, realizzato con materiali locali. La differente tessitura muraria dei due saggi lasciati a vista fa pensare che, probabilmente, nel corso dei secoli l'edificio subì dei rimaneggiamenti, e forse neppure le cappelle ricavate nella parete sinistra della navata risalgono all'impianto originario. Il pulpito in legno, in origine addossato alla parete destra della navata, è andato perduto.
Molti furono i "botta e risposta" con articoli pubblicati da Gazzetta Del Sud su restauro si o restauro no, scritti da Guido Crucitti dell'Ordine Del Delfino e Salvatore Marrari semplice cittadino di Sbarre; il primo, Crucitti, definiva il luogo "covo di serpi" e optava per l'abbattimento con successiva costruzione decorativa di aiuola e sedili, il secondo, Marrari, ne desiderava la riqualificazione ed il restauro essendo informato sull'antica storia della vecchia chiesetta sul cui portale, ricordava, il nonno materno si fermava al crepuscolo a recitare le orazioni dell'Ave Maria e, come il progenitore, altri uomini e donne di ritorno dagli orti, con la zappa o il badile in spalla, sostavano li d'avanti è chiedevano grazie alla loro "Graziella". Dunque il buon senso e la storia prevalsero e il 30 aprile 2000 la Chiesa è stata restituita al culto, grazie al grande interessamento del buon sindaco reggino Prof. Italo Falcomatà che ne finanziò i lavori.