E’ iniziato l’anno sociale dell’Accademia Del tempo Libero odv di Reggio Calabria ed è cominciato veramente col botto. Una platea occupata in ogni ordine di posto con aggiunta di sedie per la presenza di almeno duecentocinquanta persone tra soci e tantissimi ospiti. Il sodalizio parte con il neo presidente dott. Celeste Giovannini, dopo i venticinque anni di onorata presidenza della dott.ssa Silvana Velonà. In effetti l’Accademia ha compiuto le nozze d’argento con la cultura, la musica, il teatro, l’animazione e tante tante altre belle cose sempre documentate con foto e filmati effettuati, scrupolosamente, dal sottoscritto. La serata è stata “battezzata” anche con la presenza del sindaco della città Avv. Giuseppe Falcomatà, che ha voluto augurare ai soci, al consiglio direttivo, agli ospiti e a tutto lo staff di orchestrali e tecnici, affiancato dal presidente Celeste Giovannini un buon anno sociale 2025/26. Entrambi, con Silvana Velonà, hanno ringraziato le associazioni cittadine per la grossa portata di cultura, in ogni forma e sfaccettatura, che irrora i vari luoghi di ritrovo con la sapienza di tanti scrittori, poeti, storici e letterati. Vero è che Reggio Calabria, per la sua posizione geografica, forse benedetta da Dio, per le sue origini ultra millenarie, per storia, per arte, per archeologia, rimane sempre la prima urbe della Calabria senza sì e senza ma.
Terminati i saluti e tutti gli atti dovuti, la serata inizia, come dianzi detto, proprio col botto. Si cita Giovanni Pascoli con i versi :
“Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte. Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, immagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie. È un luogo sacro questo. Tra Scilla e Messina, in fondo al mare, sotto il cobalto azzurrissimo, sotto i metalli scintillanti dell’aurora, sotto le porpore iridescenti dell’occaso, è appiattata, dicono, la morte; non quella, per dir così, che coglie dalle piante umane ora il fiore ora il frutto, lasciando i rami liberi di fiorire ancora e di fruttare; ma quella che secca le piante stesse; non quella che pota, ma quella che sradica; non quella che lascia dietro sé lacrime, ma quella cui segue l’oblio. Tale potenza nascosta donde s’irradia la rovina e lo stritolio, ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza. Ma ne è rimasta come l’orma nel cielo, come l’eco nel mare. Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia”.
“Sono in scena i giovani musicisti de “Le
Corde Libere” diretti dal maestro Alessandro Calcaramo che spaziano coi loro
strumenti a corda dal Mediterraneo e oltre oceano, deliziando il pubblico che
applaude e che trabocca di allegria. Degnamente nominarli è un obbligo da parte
di chi scrive anche perché il gruppo è nato proprio nelle stanze dell’Accademia
nel lontano 2014 e gli artisti erano ancora ragazzini di scuola media :
Giovanni Calabrò (chitarra basso), Giuseppe Romeo (batteria), Saverio Surace
(tastiera), Rita Di Grande (mandolino), Giuseppe Belfiore (mandolino), Simone
Latella (chitarra e bouzouki), Carmelo Cardile (voce), Vittoria Suraci (voce),
Milena Calarco (chitarra e lira calabrese), Santina Spezzano (percussioni).
Aggiunta al gruppo la ballerina Ilaria Latella. Per le luci e le tecnologie
audio Marcello e Davide Alampi.
Ulteriori descrizioni e rifiniture si possono acquisire dal filmato le cui riprese sono state effettuate dalla nostra amica Gabriela Vidroi, con i successivi montaggi, titoli, sottofondo e computerizzazioni da parte del sottoscritto.
Salvatore Marrari RC 4 ottobre 2025
PER VEDERE IL FILMATO SCORRERE A FONDO PAGINA DOPO LE FOTO E CLICCARE SUL TRIANGOLINO DELL'ICONA