giovedì 25 aprile 2013

VILLA COMUNALE DI REGGIO CALABRIA 25 APRILE 2013

Oggi 25 aprile 2013 è stato il sessantottesimo compleanno dell'Italia liberata da quel memorabile 25 aprile 1945. Una piccolissima parte di cittadini è confluita presso i giardini pubblici della nostra città, davanti alle stele del PARTIGIANO, per ricordare l'evento storico che ci ha regalato la libertà costituzionale, oggi libertà teorica ed apparente per il soccombere degli italiani che negli ultimi sessantanni sono passati da un padrone all'altro nel nome della bestemmiata costituzione. I sopprusi governativi, gli inciuci, i ladri politici, le mafie e le ndranghete, gli evasori fiscali, il grosso debito pubblico accumulato per le incapacità di governanti inetti e pressapochisti che hanno diviso torte a spese di cittadini fiduciosi e incapaci di reagire e spesso vendutosi, a loro volta, a discapito di altri. Così hanno ridotto la nostra Nazione, la nostra Patria, che ritorna ad essere, secondo Dante Alighieri, quella descritta nel 6° canto del Purgatorio, la pessima Italia del 1300, dove il Vate, dopo aver incontrato Sordello da Goito, grande scrittore italiano del Duecento in lingue d’oc, si lancia in una vera e propria invettiva, dapprima contro l’Italia del suo tempo, dilaniata da lotte intestine, nido di corruzione e di decadenza, come se fosse una bestia selvaggia contraria ad ogni disciplina e ad ogni legge, poi contro Firenze, la città nativa che lo ha ripudiato costringendolo all’esilio. E alla dolorosa rappresentazione di una società in cui sono banditi i supremi ideali dell’ordinato vivere civile, si aggiunge l’invocazione, quasi disperata, ad un soccorso divino. L’invettiva si risolve in un compianto, che coinvolge imperatori, gente di chiesa, comuni e signorie, fazioni cittadine e famiglie gentilizie, tutti posti sullo stesso piano, colpevoli e vittime : "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! "
MA CHIEDIAMOCI : l’Italia da allora è veramente cambiata?
Quanto tempo è passato d'allora...l'Italia rifatta costruisce un nuovo Stato con tavoli gremiti di persone d'onore che scrivono la costituzione democratica, socialisti, comunisti, democratici e gente di ampie vedute, sono questi che, per primi, tagliano il nastro innaugurale della nuova Italia e fra essi è incluso per primo Enrico De Nicola, che fu Capo provvisorio dello Stato per nomina convenzionale, a seguito di votazione, dell'Assemblea Costituente (l'interessato sempre evitò di essere chiamato "presidente", preferendo un titolo più rispondente alla oggettiva situazione di fatto. Il titolo di "Presidente della Repubblica Italiana" gli fu tuttavia conferito d'ufficio il 1º gennaio 1948, giorno di entrata in vigore della Costituzione). Tutti fratelli, tutti buoni amici, ma la chiesa cattolica ci mette lo zampino e i costituenti di sinistra vengono buttati fuori dal nuovo governo formato in nome della Repubblica Italiana. La storia si ripete, i ricchi, gli ex nobili, le vecchie camice nere divenute bianche e democristiane, si riprendono il potere e gli operai, i contadini, i braccianti, i lavoratori in genere, devono lottare per superare ostacoli insormontabili di sopravvivenza per cui, il popolo tutto e i suoi rappresentanti da liberatori ridiventano schiavi.
Dunque la manifestazione odierna è stata ordinata e gioiosa, poche persone, pochi rappresentanti delle istituzioni(non mi va di nominarli perché non mi riconosco in essi), qualche gruppo di rappresentanti delle forze in congedo, nessun "adepto" della Regione Calabria, ma è importante che ci fossero gruppi di disoccupati con cartelli e striscioni, due persone, forse le ultime rimaste in città, che hanno fatto la guerra partigiana perché tutti noi italiani avessimo uno Stato libero e costituito. Ma il resto degli altri reggini dove erano ? Purtroppo erano sul lungomare dove si svolgeva la "Corrireggio" (manifestazione più importante della commemorazione storica) o sul Corso Garibaldi a spettegolare sulle futili cose che, in questa città, sono l'ossatura delle nostre "personalità politiche" mancanti di cultura letteraria e storica che, se apprese, avrebbero dato loro qualche punto in più per poter fare delle buone scelte politiche acciocché i Calabresi e i reggini potessero avere e trarne maggiori benefici. Invece cosa rimane del 25 aprile odierno ? Buche e baratri su tutte le strade, centinaia di tonnellate di spazzatura abbandonate a ribollire in ogni angolo del centro e delle periferie, le tasse che dovremo pagare per ricostituire gli ammanchi delle casse comunali, i così detti politici che sembrano vestire l'abito della prima comunione, impegnati di continuo al telefonino come avessero collegamenti mondiali e che si azzardano a parlare del turismo che imminentemente dovrebbe "inondare" i nostri borghi. Per ultimo ci rimane ancora da vedere e sopportare i rimpasti del consiglio regionale, ove si promuovono persone che, "diseredate", del consiglio comunale passano, per chiamata diretta e per speciali curricula vitae, ad occupare scanni importanti della massima istituzione calabrese.

"....Questo di tanta speme oggi mi resta!
 Straniere genti, l'ossa mie rendete
 allora al petto della madre mesta. "( Foscolo)

VIVA IL 25 APRILE...VIVA L'ITALIA !!!

Salvatore Marrari

 





































Nessun commento:

Posta un commento