martedì 7 aprile 2015

VECCHI PAESI DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA - 5 APRILE 2015 GROTTERIA E MARTONE (solo per il pranzo)

5 aprile 2015, Pasqua. Siamo andati a fare una ricerca in questo meraviglioso borgo di origine grecanica, Grotteria. Un antichissimo paese che in origine era la "maestà" della zona. E' un piccolo centro agricolo della Vallata del Torbido nella Locride, sul versante jonico della provincia di Reggio Calabria. Le origini di Grotteria sono incerte. Sembra sia stata fondata, prima dell'XI secolo a.C. dal greco Idomeneo che costruì in quel luogo un tempio dedicato alla dea Minerva. Per questa ragione il centro fu chiamato Eruma Atenaies (Castel di Minerva). In seguito fu occupato dai Locresi che lo rinominarono Athenaeon forse per la presenza di edifici dove si insegnavano le scienze e le arti. Quando l’imperatore romano Augusto occupò molti luoghi della Calabria (compresa Grotteria) il nome della cittadina fu nuovamente modificato in Crypta-Aurea (Grotta d’oro). Nella Zona circostante il centro abitato, infatti, esisteva una miniera dalla quale si estraevano minerali tra cui anche oro e argento. Nel X secolo d.C. i Saraceni invasero le coste calabre costringendo le popolazioni a spostarsi nelle zone più interne. Anche i grotteresi abbandonarono le abitazioni, portandosi sulla cima di una collina, nel tentativo di difendersi dagli attacchi via mare. Contemporaneamente la Calabria fu soggetta al dominio bizantino e Grotteria risentì molto dell'influenza di Costantinopoli. Usi, costumi, riti religiosi e denominazioni si adeguarono alle tradizioni degli invasori. Anche il nome del torrente Zarapotamo, che scorre nei pressi del paese, deriva dal greco e vuoi dire “fiume asciutto”. Pochi anni dopo, però, i Normanni si insediarono nella regione e Grotteria fu inserita nella contea di Ruggiero d’Altavilla con giurisdizione sui territori compresi tra Squillace e Reggio Calabria. All’inizio del XII secolo il paese diventò signoria indipendente, acquisendo una notevole importanza. Ma questo momento di prosperità durò poco perché nel 1160 e nel 1184 due violenti terremoti si abbatterono su Grotteria provocando danni e vittime. Con l’arrivo degli Svevi nel XIII secolo il borgo rifiorì e verso il 1458 Grotteria fu a capo di un'importantissima contea, avendo ben 32 casali sotto la sua dipendenza tra cui i centri di Martone, Mammola, Siderno, Gioiosa Jonica e San Giovanni. Raggiunse il suo massimo splendore nel 1507 quando la sua giurisdizione raggiunse la massima estensione. Nel frattempo si diffuse l’uso della lingua volgare e il paese fu denominato Grottarea, poi Grottaria, quindi Grotteria. In seguito ai danni provocati dal terremoto del 1783 si avanzò l'ipotesi di trasferire il Centro Storico altrove ma si scelse invece di ricostruirlo. Tra il XIV e XVIII secolo molte dinastie feudali possedettero Grotteria, dai Caracciolo ai de Luna, ai d’Aragona de Ayerbe, ai Carafa. Questi ultimi lo tennero a lungo, e in due distinte fasi, fino al 1806. Il 30 maggio 1806 Napoleone fu acclamato re di Napoli. Col nuovo riordino amministrativo che ne seguì Grotteria diventò circondano con giurisdizione sui territori di Mammola, Gioiosa Jonica, Martone e San Giovanni. Ma ancora una volta la cittadina fu devastata. Il 13 novembre 1855, infatti, un violentissimo temporale distrusse le abitazioni e inondò le campagne riducendo molte famiglie in miseria.
Adesso la nostra ricerca è appagata, cercavamo la vecchia abitazione della famiglia Zavaglia da cui i rami Puntorieri e Marrapodi. I discendenti adesso abitano a Reggio Calabria, Catanzaro, Genova e Milano. Personalmente ho provveduto a fotografare quanto possibile perchè fosse visibile alla moglie di mio fratello, Annamaria Puntorieri Marrari dimorante a Genova, ai di lei fratelli e cugini, la cui madre era nata in questa casa di Grotteria e il suo nome era Zavaglia Teresa.
Ben soddisfatti di questa splendida "missione", abbiam proseguito per un altro paese vicino, ma sull'altra vallata, Martone, ove eravamo prenotati per il pranzo pasquale presso il ristorante-trattoria "La Collinetta". Ottima la cucina e le raffinatezze di antipasti grecanici; primi di trocculi (una sorta di spaghetto grosso e quadrato) ai funghi porcini, maccheroni al sugo di cinghiale; secondo di coscia d'agnello al coccio di argilla e aperto in tavolo (le immagini video danno esattamente la resa di quanto scritto), contorni vari, vino, dolciumi calabresi, sorbetti con fragole e gelato di limone...basta ? Veramente tutto buono, abbiamo trascorso una meravigliosa pasqua di resurrezione...e noi, adesso, risorti lo siamo.

Salvatore Marrari  RC  5 aprile 2015

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