lunedì 15 luglio 2013

" I SCECCHI SI SCIARRIANU E I BARIDDHI LEVANU 'A FURIA "

" I SCECCHI SI SCIARRIANU E I BARIDDHI LEVANU 'A FURIA "

Mi scuso con chi mi legge per il titolo scritto in dialetto reggino, ma la verità è che questo vecchio detto ha una continua attualità nella nostra amata città di Reggio Calabria. Tradurre il titolo e dare un significato è d'obbligo per chi non fosse a conoscenza di queste forme dialettali : GLI ASINI LITIGANO E I BARILI POSTI SULLA LORO GROPPA NE FANNO LE SPESE. Dovete sapere che, sino agli anni '50 in questa città e nel suo entroterra, c'era un'antica e giornaliera usanza, mancando ancora l'acqua corrente nelle abitazioni, condurre degli asini alle fontane pubbliche, carichi di barili di legno, per il prezioso rifornimento, sia per i comodi familiari che quelli altrui ( servizio spesso fatto a pagamento dai conduttori, i così detti SCECCARI ). Ma, non era raro che gli asini si urtassero e si dessero dei calci e, sotto le bacchettate dei conduttori, i barili si rompessero spandendo il liquido addosso a chi era loro vicino o sul dorso degli stessi " impazienti " animali.
Da qualche giorno, la similitudine degli asini che litigano e gli otri si rompono con i reggini divisi da opinioni diverse che danneggiano l'oggetto del loro accapigliamento, più che mai nella nostra Reggio ha motivo di essere. Proprio oggi c'è stata la conferenza preparata dall'ASSOCIAZIONE AMICI DEL MUSEO E DEI BRONZI DI RIACE in riferimento al progetto di ristrutturazione del Museo Nazionale della Magna Grecia e al reinserimento delle Statue dei Guerrieri di Riace nella loro definitiva sede museale e perché sia possibile, al più presto, l'apertura alle visite turistiche. I lavori ed il successivo dibattito sono avvenuti presso la sala teatro del Cipresseto Zanotti Bianco, ospitati dall'Accademia Del Tempo Libero nella persona della presidente il sodalizio Silvana Velonà. Hanno dato il via ai lavori, per il comitato museo, L'avv. Giuseppe Panuccio per la parte legale e il Prof. Franco Arillotta per la parte tecnica, controbattuti dal funzionario regionale della Calabria per i beni culturali Dott. Salvatore Patamia e dalla sovrintendente ai beni archeologici Dott.ssa Simonetta Bonomi. Sembra che il progetto illustrato, a parere di molti e anche di tanti esperti, sia un vero scempio, sia per il perimetro del museo, sia per la piazza antistante dedicata a Giuseppe De Nava e, per questo motivo, sono volate parole e dissenso con la platea appunto come gli asini acquaiuoli e i Brozi di Riace che attendono finascano i litigi e siano portati a compimento i lavori adeguati alla loro definitiva casa di accoglimento, lavori che non pregiudichino la viabilità e i beni archeologici che, nel sottosuolo di quella parte, pare siano tanti e di grossa importanza. Vero è che tutta quella zona è considerata la necropoli dell'antica urbe magno-greca, vi si trovano tombe e reperti dell'antica civiltà che ha fondato Rhegion; infatti quando furono effettuati i lavori per intubare la ferrovia nell'area del Lido Comunale Genoese Zerbi fu operata una vera distruzione archeologica e le ruspe non badarono a nulla, né al rispetto dovuto, né alla possibilità di ricavarne bene per la nostra, da sempre, martoriata città. Tutto fu divelto per paura che fossero bloccati i lavori dalle sovrintendenze e quando qualche giovane archeologo, venuto da fuori, si mise a raccogliere qualcosa fu intimato loro, da gente ignorante, di andarsene tanto cosa ne avrebbero fatto di " ddhi quattru tombiceddhi cu' quattr'ossa ". Anche in quel caso Reggio Calabria ha pagato come fosse un barile caricato sulle spalle di asini.
Ma, una volta per sempre, ci si vuol mettere in riga uniformemente e parlare la stessa lingua ? Soffiare nella stessa direzione per dissipare coltri di nebbie che ci hanno solo dato litigi e sofferenze ? Vogliamo finirla di orientare i lavori acciocché ne sia interesse di politici in accordo con le imprese e i progettisti ? Le parole di Nicola Giunta non moriranno mai nel declamare la sua e nostra città : CHISTU E' 'U PAISI 'I SCINDI E FALLA TU : 'NU PAISI DISGRAZIATU....
Desidero terminare l'articolo con una mia poesia dialettale scritta nel lontano10 novembre  1986...cosa è cambiato d'allora ? Nulla !

I BBRONZI SI NCAZZARU

Si trasiti nta ddha casa,
nta la piazza di De Nava,
undi stanzi e statui rrosa
su’ spartuti cu’ sipala,

ori argenti e test’i mortu
su’ pusati nta scaffali,
puru l’ossa, non a tortu,
d’un gran numiru ‘i nimali.

Sunnu resti rrari e antichi
quandu a Rriggiu, ancora sana,
non criscivanu li sdrichi
nta ddha strata tutta spana.

Ddha, nta n’angulu, mintuti
sunnu ‘i “ bbronzi di Rriaci ”,
puru iddhi strafuttuti
nta la ggenti e senza paci.

Chi scalogna ! A chiantu chinu,
‘i quandu a mmari s’affundaru,
si lamentanu ‘u distinu
ch’a ‘stu postu li purtaru.

Nta ‘sta Rriggiu bbona e ccara,
l’urbi tutta rruvinata,
cu’ prugressu ‘a fici amara
di superbia scuncassata.

Ggenti lorda e strafuttenti
chi si vanta di scindìri
di li greci cchiù putenti,
‘cca vinuti cu’ ll’ardiri.

Ora ‘i statui d’Ateni
su’ fermati ch’i bbuluni,
scapulati ndannu ‘i peni
e unchiati li palluni.

Chist’è storia, amici cari,
chi ‘na vota, cu’ va cunta,
non pinzava ‘i ‘sta manera
e ‘pprizzava a Cola Giunta.

E Matteu Paviglianiti ?
‘U canturi ru passatu.
Ora a iddhu no’ viriti,
ma vi ggiuru ch’è ncazzatu.

S’iddhu ‘i bbronzi su’ lagnusi,
‘u pueta si virgogna
di ‘sta Rriggiu ‘i porcarusi
chi nc’avanza sulu ‘a bbrogna.

Chi vuliti, o cara ggenti !
Si nta navi, beddha assai,
nc’esti sulu un priputenti,
tutti passanu li guai.

Ora, a Rriggiu, i cittadini
non su’ tutti ‘i ‘na manera,
ma li bbronzi ll’hannu chini
chi non sannu l’atra sfera.

                   Salvatore Marrari  RC 15 luglio 2013




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