giovedì 5 settembre 2013

NEL RICORDO DI QUALCOSA CHE MAI PIU' RITORNERA'

NEL RICORDO DI QUALCOSA CHE MAI PIU' TORNERA' 
Ero all'ombra del mio ombrellone su di una classica sedia a sdraio e, trovandomi all'Oasi di Pentimele, villaggio balneare che frequento da almeno trentanni, improvvisamente mi s'allineano nella mente i ricordi di un tempo ormai passato che non ritorna mai più, il mio cuore sussulta di nostalgia in una recondita sensazione simile a quella già provata nel descrivere, qualche tempo fa, il vecchio Lido Comunale Genoese Zerbi e la sua classica rotonda sul mare. Faccio, ahimé, una lecita e precisa considerazione : TUTTO CIO' CHE LIETEZZA CI DA' PASSA IN UN BATTIBALENO. In questa fase di gioiosa nostalgia mi alzo e, con la mia fotocamera che mai abbandono, faccio il percorso a ritroso lungo il villaggio che, nei tempi d'oro, era stato costruito "pietra su pietra" e gestito dall'ormai defunto Dott. Nicola Montesano, noto imprenditore reggino, proveniente da una famosa famiglia di professionisti del ramo, fattosi dal nulla con l'intelligenza e la fatica del duro lavoro. Ripercorro gli spazi adibiti agli spettacoli serali e trovo il vecchio teatro all'aperto, il cosìdetto spazio concerti che ospitava quattromila posti a sedere e del quale è rimasto solo un pallido schermo di proiezione ancora, forse, efficente e una platea di erba verde, tanti vecchi alberi di ulivo alternati ad un palmizio che si staglia nel cielo terso in una giornata splendida, di sole, che ricorda appunto un'oasi del non lontano, a noi calabresi, deserto del Sahara. Quì si sono esibiti grandi Big del teatro, della musica, leggera, operistica e operettistica, grandi e valenti comici che erano in auge tra gli anni '70 e '80, orchestre italiane e straniere cui nulla hanno a che vedere gli strombazzamenti e i rumori delle "modernità" attuali. Quelle notti, terminati questi grandi spettacoli, ognuno poteva scegliersi il reparto più consono alla propria indole : Bar con tavolini sotto coperture di grandi ombrelloni di paglia, servizio ristorante sito in un elegante locale arredato con cura e rispecchiante l'ambiente, discoteca per i più giovani, spazio con pista da ballo in cui erano impegnate orchestrine che si alternavano nei cambi, puntuali, quindicinali, denominato "SPAZIO MONTECATINI", per i più attempati o meno vecchi frequentatori, comunque, amanti di canzoni e piccolo varietà, non certo escludendo l'attualità che il mercato discografico offriva in quegli anni. Infine gli spazi per i ragazzini che, seguiti da esperti animatori, s'impegnavano in tutto ciò potesse essere di loro gradimento : recitazione, musica, giochi, sport vari o quant'altro servisse per intrattenerli lontano dai genitori intenti a "operare" nei vari "posti di combattimento". Quanti ricordi ! Se fossi in Paradiso mi si direbbe : " Eh dai, Bono..sta zitto, copriti, che quì i ricordi se vedono ! " Allora devo proprio essere in Paradiso perché sto' rivivendo tutto alla lettera, ne sento anche i rumori, il vociare, le musiche, i passi dei ballerini, i sorrisi stampati sul viso degli astanti dovuti alla grande gioa, le strette di mano, il correre dei ragazzi tra un gelato o una gustosissima e fresca bibita, il rumore dei piattini e delle tazzine di caffé serviti al banco, il tutto sotto gli occhi vigili dell'instancabile proprietario e gestore Nicola Montesano. Quale proprietario di un così vasto esercizio si piegherebbe a mondare e innaffiare le aiuole sempre fiorite con speciali, coloratissimi e profumatissimi fiori, che davano all'ambiente la giusta parte che vogliono l'occhio e le narici ? Lui lo faceva, Nicola Montesano, il dottore, lo ricordo ancora, in calzoni corti e maglietta a righe, con il classico tubo di gomma dava l'acqua per rinfrescare i viali dove non c'era ancora l'irrigazione automatica e a tempo. Era una persona disponibile e attenta, dava lavoro a centinaia di persone che seguiva personalmente e li gestiva con gli occhi di chi crede nell'imprenditoria e ne fa oggetto, si di guadagno, ma anche di soddisfazione per le esigenze del cliente affezionato che fosse giornaliero o abbonato ( socio del club).
Tutti questi luoghi, oggi 3 settembre 2013, ho rivisitato e fotografati, ma è più giusto dire che li ho risognati; il locale è ancora bello, la tenuta lascia, però, a desiderare, i panorami sono sempre mozzafiato, i colori del mare, i monti della dirimpettaia Sicilia, Messina in particolare che, sotto la zoomata della mia macchina fotografica, sembra prendersi con le mani e, nitidamente, lo si può riscontrare dalle immagini. La bella e funzionante piscina accoglie chi ama stare tranquillo, lontano dalla confusione e dal vociare dei bagnanti riuniti sotto normali ombrelloni, per nulla somiglianti a quelli di paglia che, un tempo, venivano installati sull'arenile con sotto le sdraio messe a disposizione dall'organizzazione. La fontana monumentale costruita a motivo di un'arte greco-romana che nessuno si sogna più di riprodurre, il parco sempreverde con piacevoli gazebo di legno e paglia posti sotto l'ombra dei gelsi che producono ancora, dopo tanto tempo, more bianche e rosse di ottima qualità: I MUREDDHARI CH'I MUREDDHA. I banani e le loro foglie danno spettacolo di se nell'elegante giallo-verde tipico dell'oasi africana; tra un tratto di cielo e mare spuntano varietà di gabbiani che aprono le loro ali al vento facendosi trasportare come gli sparvieri che poi si arroccano alle pareti degli strapiombi circostanti. E che dire della speciale fioritura sparsa qua e la, degli oleandri, degli odori di eucalipto e di citronella, delle ruote di pietra di vecchi frantoi cui fanno bella mostra torchi appoggiati su vecchissime strutture di legno, ma...che delusione...mancano i tantissimi alberi di eucalipto che sovrastavano tutto il villaggio sino al mare, quasi fin sotto la battigia, perché tagliati o estirpati dai nuovi gestori che forse non hanno capito, né capiranno mai, il valore che questo tipo di fusti può dare ad un ambiente costruito, in illo tempore, proprio da Nicola Montesano, come un vero, antico e solare, villaggio di un'Africa nera, ma variopinta nell'eleganza dei sui infiniti colori. Diamo l'Addio all'Oasi di un tempo, ma non disdegnamo di ciò che ci offrono, in atto, i nuovi "proprietari" e, anche se non c'è più l'eleganza di un tempo, troviamo conforto nel mare sempre azzurro, nei suoi spruzzi, nel meraviglioso paesaggio dello stretto e nella lieta compagnia di molti amici rimasti fedeli ai tanti ricordi che sono, oggi, anche i miei : L'OASI DI PENTIMELE IN REGGIO DI CALABRIA, LA CITTA' CHE SULLO STRETTO BACIA MESSINA NEL GEMELLAGGIO DELLE RISPETTIVE ORIGINE MAGNO-GRECHE.

Salvatore Marrari  RC  5 settembre 2013





    Messina vista dal promontorio dell'Oasi
    Messina vista dal promontorio dell'Oasi
    Messina vista dal promontorio dell'Oasi
    Messina vista dal promontorio dell'Oasi




















    Messina vista dal promontorio dell'Oasi
    Messina vista dal promontorio dell'Oasi
    Messina vista dal promontorio dell'Oasi

























































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