domenica 26 maggio 2013

DON GALLO : L'ULTIMO VIAGGIO DEL PRETE "SCOMODO"

DON GALLO : L'ULTIMO VIAGGIO DEL PRETE "SCOMODO"
Così titolava il giornale di Genova "IL SECOLO XIX"
Genova - Sono state tantissime (almeno seimila, secondo le stime), le PERSONE che ieri mattina, nonostante la pioggia battente, si sono ritrovate davanti alla chiesa del Carmine per accompagnare don Andrea Gallo nel suo ultimo viaggio, assistendo a una cerimonia in cui non sono mancati momenti toccanti, emozionanti e anche di tensione. Accolte da applausi e cenni di approvazione, invece, le parole del fondatore di Libera, che ha ricordato come don Gallo non abbia mai «temuto di sporcarsi le mani», ringraziando «Andrea per i tratti di cammino fatti insieme» e «per le porte che hai aperto e hai lasciato aperte». Don Ciotti ha ancora detto dal pulpito per l'ultimo saluto all'amico don Gallo «Ha dato un nome a chi non lo aveva, non ha mai temuto di sporcarsi le mani». «I poveri, gli ultimi quelli che fanno più fatica sono coloro che ci aiutano a trovare Dio. Grazie Andrea per i tratti di cammino fatti insieme. Grazie per le porte che hai aperto e hai lasciato aperte. Grazie per aver testimoniato una chiesa che sta dalla parte delle dignità, una chiesa che non dimentica la dottrina, ma che non supera l’attenzione per gli ultimi e i dimenticati. «Per ricordare il nostro don Andrea, voglio qui ricordare le parole del Papa: «no ai cristiani da salotto». Lo ha detto il papa, non io. Lui era innamorato di Dio, saldava la Terra con il Cielo». Don Ciotti ha sottolineato l’importanza dei simboli «in cui don Gallo credeva maggiormente: la Bibbia e la Costituzione». Applausi in chiesa per il fondatore di Libera.
In chiesa anche il sindaco Marco Doria, Moni Ovadia, il segretario della Fiom Maurizio Landini, Dori Ghezzi (Così la compagna di Fabrizio De André e amica da sempre del prete genovese ha ricordato don Gallo arrivando da sola alla camera ardente della comunità di San Benedetto al Porto per i funerali. «Temo che ora dovrò tornare a navigare a vista») e Alba Parietti, applausi e “Bella Ciao” per l’uscita del feretro
Al termine della messa, intorno alle 13.30, la bara di don Gallo è stata portata a Campoligure per una messa più riservata e per la sepoltura vicino alla famiglia: il fratello Dino, la mamma Tommasina, il padre, gli zii e le zie sepolti nel piccolo cimitero della valle Stura.

QUI DI SEGUITO LA CELEBRAZIONE DELLA BEATIFICAZIONE DI DON PINO PUGLISI
PALERMO, 25 MAGGIO 2013 - Don Pino Puglisi, il prete assassinato da Cosa Nostra su ordine dei boss Graviano il 15 settembre del 1993 nel quartiere di Brancaccio, a Palermo, è stato proclamato beato. Davanti ad una folla di quasi centomila persone, che questa mattina erano presenti festanti al Foro Italico di Palermo, il card. Salvatore De Giorgi, rappresentante di papa Francesco , ha letto, in latino, la lettera apostolica : «Accogliendo la domanda del nostro venerabile fratello, il cardinale di Santa Romana Chiesa Paolo Romeo, e di molti altri vescovi e di moltissimi fedeli – ha letto il card. De Giorgi – concediamo che il venerabile Servo di Dio Giuseppe Puglisi, presbitero diocesano, martire, pastore secondo il cuore di Cristo, insigne testimone del suo regno di giustizia e pace, seminatore evangelico di perdono e riconciliazione, sia d’ora in poi chiamato Beato».
Alla celebrazione eucaristica, iniziata alle 10.30 e trasmessa in diretta Rai, oltre ai numerosi fedeli presenti, hanno preso parte 40 vescovi, 740 presbiteri, 250 giornalisti accreditati e numerose autorità, tra queste il presidente del Senato, Piero Grasso, i ministri Alfano, Cancellieri e D'Alia Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto dimostrare la sua sentita presenza inviando un messaggio al card. Paolo Romeo che ha regolarmente letto durante la celebrazione.


IL MIO COMMENTO :
Lungi da me polemizzare sulle due figure sacerdotali, entrambi si sono prodigati per i minimi, in condizioni disperate, nell'applicazione dell'Evangelo, ma ciò che mi rode dentro è l'aver veduto e constatata la disparità profusa dai vivi, autorità costituzionali comprese (che scrivo in lettera minuscola). Diceva il grande Totò, l'attore, nella sua LIVELLA : " ...Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! Stu povero maronna(Don Gallo) s'aspettava ca pur all'atu munno era pezzente ? Francamente, a me, è sembrato enorme che per IL POVERO PRETE "MATTO" nessuna autorità di Stato sia stata presente o che abbia, almeno, mandato uno straccio di telegramma di cordoglio per la scomparsa di un uomo che ha dato la vita, non mangiando e stringendo la cinghia, per sostenere e difendere poverissime persone derelitte, dedide all'alcol, alla droga e alla prostituzione. Quando Gesù era sulla terra la situazione non era affatto diversa. I capi religiosi e i governanti non si interessavano minimamente dei poveri e dei bisognosi.
A proposito dei capi religiosi viene detto che erano “amanti del denaro” e che ‘divoravano le case delle vedove’ e si preoccupavano più delle loro tradizioni che delle persone anziane e degli indigenti. (Luca 16:14; 20:47; Matteo 15:5, 6) Fatto degno di nota, nella parabola del buon samaritano Gesù disse che un sacerdote e un levita videro l’uomo ferito ma passarono oltre dal lato opposto della strada anziché aiutarlo. — Luca 10:30-37.
Gesù non solo aveva compassione dei poveri, ma si interessava di loro e dei loro bisogni. Lui e gli apostoli avevano un fondo comune da cui attingevano per aiutare gli israeliti bisognosi. (Matteo 26:6-9; Giovanni 12:5-8; 13:29). Nei suoi discorsi, raggruppati nel SERMONE DEL MONTE, dice a chiare lettere che Lui è venuto sulla terra per i minimi, per i poveri e bisognosi : BEATI GLI ULTIMI.
Anche oggi i veri cristiani sanno bene che i seguaci di Gesù devono interessarsi dei poveri e dei bisognosi (Galati 6:10). Per questa ragione si interessano sinceramente di provvedere il necessario a chi ne è stato privato. Allora mi domando, Don Gallo non era tutto questo ? NON HA APPLICATO ALLA LETTERA LA BUONA NOTIZIA DELL'EVANGELO ?  Ma dimenticavo che il cattolicesimo sfarzoso e ricco raduna anche i capi di stato che, in certi contesti, fanno corona con le loro penne variopinte da uccelli pavone. A loro è diretta questa mia nota, Don Gallo è già Santo per averlo Cristo stesso stabilito attraverso gli Apostoli "chiunque crede in Lui, nella Sua resurrezione e applica spontaneamente il Vangelo è Santo", quindi non ha bisogno che dei ricchi porporati, che vestono Armani e Prada, aprano le braccia e le fauci per profferire bestemmie in nome di Cristo.



Salvatore Marrari - Reggio Calabria 26 maggio 2013


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